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Guerra Ucraina, negli Usa benzina italiana con petrolio russo

Economia

Simone Spina

I carburanti prodotti nello stabilimento siciliano di Priolo gestito da Lukoil con il greggio di Mosca finiscono negli Stati Uniti, aggirando le sanzioni decise da Washigton per la guerra in Ucraina. E' quanto racconta il Wall Street Journal. In Europa l'embargo al petrolio russo scatterà dopo il 5 dicembre, quindi nulla di illegale nella raffineria vicino a Siracusa. Triangolazioni di questo tipo sminuiscono però la forza dei divieti

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Gli americani continuano a bruciare carburanti fatti con petrolio russo nonostante l’embargo che Washington ha messo su Mosca sette mesi fa, poco dopo l’invasione dell’Ucraina. Come questo accada lo ha raccontato il Wall Street Journal, che spiega come si tratti di benzina realizzata nello stabilimento di Priolo, vicino a Siracusa, con greggio russo (GUERRA IN UCRAINA, LO SPECIALE DI SKY TG24 - GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).

Da Mosca a Washington passando per Priolo

Dagli impianti siciliani i carburanti finiscono in oltre 200 distributori a marchio Exxon, in Texas e New Jersey, e da qui nelle auto di milioni di americani, per una percentuale – peraltro – minima dei consumi totali, e tornando, a volte, nel Vecchio Continente. Il dribbling riguarda le sanzioni Usa, non quelle europee o italiane, perché non c’è da noi un divieto a importare via mare l’oro nero russo fino al 5 dicembre.

Lukoil e la stretta delle banche

Dal baltico – come è noto – il petrolio sbarca in Sicilia dove è trasformato in quella che è la seconda raffineria più grande d’Italia (la quinta in Europa). L'impianto è controllato, tramite una società svizzera, dal gigante russo Lukoil, che dall’inizio della guerra, compra quasi esclusivamente petrolio dalla madrepatria, non riuscendo più ad acquistarne da altre parti perché le banche non le fanno più credito.

Dribbling alle sanzioni Usa

Come detto, quindi, nulla di illegale per quanto riguarda le sanzioni da noi in vigore. Diversa la prospettiva per Washington. I divieti Usa colpiscono l’importazione diretta dei prodotti russi ma non quelli che vengono trasformati durante il loro viaggio, come i carburanti. Ciò non toglie che la forza dell’embargo venga sminuita con triangolazioni di questo tipo.