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Legge di bilancio, chi la scriverà con le elezioni a settembre: Draghi o il nuovo governo?

Economia

Lorenzo Borga

Le elezioni il 25 settembre alzano incertezza su chi scriverà la legge di bilancio, che deve essere approvata entro la fine dell'anno. Gli scenari possibili per evitare l'esercizio provvisorio sono due

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Le elezioni in autunno non saranno una novità solo per gli elettori, ma anche per i tecnici del Ministero dell’Economia che dovranno preparare la legge di bilancio con tempi completamente rivoluzionati rispetto al passato.

Le scadenze di legge

A rigor di legge il nostro paese deve presentare la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, la Nadef, entro il 27 settembre, il Documento programmatico di bilancio entro il 15 ottobre e approvare la legge di bilancio vera e propria entro il 31 dicembre.

I primi due atti presentano i conti economici del paese – quanto deficit si potrà fare, che livello di debito si potrà raggiungere, quale è la crescita economica prevista – e in passato sono già stati oggetto di una certa flessibilità, pur di rispettare le scadenze legali.

 

Nel 2019, con il secondo governo Conte entrato in carica da appena due settimane, la Nadef fu approvata in una versione semplificata. Un anno prima, nel 2018, il governo uscente guidato da Paolo Gentiloni approvò il Def – il Documento di economia e finanza vero e proprio – contenente la sola parte delle previsioni economiche e senza il capitolo programmatico contenente gli obiettivi economici del governo. Lasciati al primo esecutivo di Giuseppe Conte che si sarebbe formato di lì a breve dalle elezioni politiche del 4 marzo. I casi storici ci insegnano dunque che di queste scadenze se ne potrebbe occupare il governo Draghi, come filtra anche da fonti del Ministero dell’Economia, viste le scadenze davvero ravvicinate al 25 settembre, data delle elezioni politiche.

Rebus legge di bilancio

La legge di bilancio è però un’altra storia, perché non può essere semplificata né è mai stata approvata da un governo dimissionario responsabile dell’ordinaria amministrazione. Ma d’altra parte la scadenza è perentoria: entro la mezzanotte del 31 dicembre va votata definitivamente dal Parlamento, pena l’esercizio provvisorio. Il bilancio dello Stato entrerebbe cioè in modalità pilota automatico per quattro mesi, destinando alle singole voci di spesa le somme dell’anno precedente, divise mensilmente.

 

Come spiegano a Sky TG24 alcuni costituzionalisti, i casi allora sono due: se dalle elezioni dovesse uscire una maggioranza chiara in Parlamento, il nuovo governo potrebbe già entrare in carica entro metà novembre, e allora ci sarebbe tutto il tempo per l’esecutivo per scrivere il bilancio. Se invece per avere un nuovo governo si dovessero ripetere i tempi delle ultime due elezioni (89 giorni nel 2018 e 62 nel 2013), allora il Consiglio dei ministri guidato da Mario Draghi potrebbe approvare una legge di bilancio di ordinaria amministrazione, condividendone i contenuti con le forze politiche.

Così si eviterebbe l’esercizio provvisorio, una condizione mai verificatasi negli ultimi decenni in Italia - l'ultimo risale al 1988 - nonostante non sia affatto una novità per paesi come la Spagna e la Germania. Nella circolare che delinea il perimetro degli affari correnti il governo si è impegnato ad approvare decreti legge per adempiere a quanto richiesto dalla Costituzione. Che all’articolo 81 prescrive di approvare ogni anno il bilancio dello Stato.