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Stretta sui bonus edilizi, le nuove regole anti-frode

Economia

Per limitare le possibili truffe sui bonus edilizi, il decreto sostegni ter introduce norme che limitano la possibilità di cessione e circolazione di questi crediti. Ma in molti, nel Parlamento, chiedono di rivedere questa stretta

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L’obiettivo è chiaro, il modo per raggiungerlo un po’ complicato e farraginoso, e già sta creando più di un problema pratico. Gli ultimi casi di raggiri e truffe legati all’utilizzo dei bonus edilizi – ci avviciniamo ai 5 miliardi di euro frutto di frodi – hanno spinto il Governo a inserire nel Decreto sostegni-ter una serie di accorgimenti per rendere la vita più difficile a chi cerca di ottenere soldi pubblici beffando lo Stato.

 

Non più di una "cessione del credito"

In particolare, il dibattito è acceso sulla cosiddetta “non cedibilità successiva” del credito fiscale, regola che molti partiti chiedono all’esecutivo di cambiare. In sintesi, si può fare una sola cessione di questo credito d’imposta (fatte salve solo quelle comunicate prima del prossimo 7 febbraio), perché proprio il meccanismo delle cessioni multiple è tra quelli utilizzati per creare giri fittizi di denaro e imbrogliare così l’Erario. Limitando il numero di passaggi, si cerca di limitare anche le possibili storture. Ma i primi effetti immediati sono stati paralizzanti, per il mercato: molti potenziali acquirenti, come le piccole banche, hanno subito congelato tutte le operazioni, sapendo che tra qualche giorno non potranno più rivendere questi crediti fiscali.

 

Più certificazioni per i bonus (escluso il 110%)

Altre norme, per i bonus diversi da quello ristrutturazioni al 110%, sono poi contenute nella manovra finanziaria, che introduce una serie di paletti alle ipotesi in cui i bonus possono essere ceduti o usati con sconto in fattura: devono avere una serie di certificazioni rilasciate dai tecnici abilitati (nello specifico: l'asseverazione di congruità della spesa e il visto di conformità). Docuimenti non richiesti per importi complessivi dell'intervento inferiori a 10mila euro. Anche qui, intoppi materiali (come il ritardato adeguamento del canale telematico dell’Agenzia delle Entrate) stanno creando difficoltà a imprese e professionisti, che chiedono a gran voce un intervento rapido di modifica.