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Stellantis, la gigafactory per auto elettriche sarà a Termoli

Economia

L'annuncio da parte dell'amministratore delegato Carlos Tavares: "E' la prova del nostro impegno in Italia". Oltre 30 miliardi di euro di investimenti nella fabbrica in provincia di Campobasso, dove lo stabilimento che produce motori a benzina con 2.500 dipendenti, è fermo da maggio

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La terza Gigafactory di batterie per le auto elettriche in Europa di Stellantis si farà in Italia a Termoli.  Lo ha annunciato l'ad del gruppo Carlos Tavares: "E' la prova del nostro impegno in Italia", ha detto. Oltre 30 miliardi di euro di investimenti per lo stabilimento in provincia di Campobasso (gli altri europei sono in Francia e Germania), dove la fabbrica dei motori a benzina con 2.500 dipendenti è ferma da maggio.

1,3 milioni di metri quadri per l’elettrificazione

La scommessa di Stellantis sull'elettrico vale 30 miliardi in 5 anni per elettrificazione e software, con l'obiettivo di diventare leader nel mercato dei veicoli a basse emissioni, con una quota di vendite di oltre il 70% in Europa nel 2030. Lo stabilimento di Termoli -che ha una superficie di 1,3 milioni di metri quadri - nacque all'inizio degli anni 70 e ancora oggi produce motori e trasmissioni a servizio degli altri impianti del gruppo. Proprio qui, nel 1985, in un nuovo capannone, venne avviata la produzione del motore Fire, il 'Fully Integrated Robotized Engine' di cui l'ultimo modello è andato in pensione lo scorso anno.

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Riconversione elettrica

Come Douvrin (Francia) e Kaiserslautern (Germania), anche per Termoli si tratterà non di impianti costruiti ex novo ma della riconversione, quantomeno parziale, di stabilimenti che producono ancora motori termici. Proprio per questo quello torinese di Mirafiori non è stato mai un candidato a occupare una delle nuove strutture. "Questa decisione tradisce Torino. Tradisce il Piemonte, la sua storia, i suoi lavoratori, le sue Università e in generale una terra che ha inventato l'auto, ha investito, ha rischiato e che ha un credito enorme verso questa azienda e verso questo Stato". Così hanno commentato la decisione il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e la sindaca di Torino Chiara Appendino.