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Recovery Plan Italia, 34 miliardi per Istruzione e Ricerca

Economia

Simone Spina

Oltre 200mila nuovi posti negli asili nido, più scuole a tempo pieno ma anche investimenti nella ricerca scientifica. Sono alcuni degli interventi della Quarta Missione del Recovery Plan Italiano. 

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Tra risorse europee e nazionali per Istruzione e Ricerca ci sono a disposizione 33,81 miliardi, più del 13 per cento del totale dei denari del Recovery Plan Italiano. “Una sfida”, l’ha definita il ministro Patrizio Bianchi, “anche perché molti di questi fondi vanno al Mezzogiorno e a tutte le aree più fragili”.

Andando nel dettaglio, per scuola e università ci sono 20,89 miliardi. Per gli studenti più piccoli, il Piano stanzia 4,6 miliardi: oltre a 228mila nuovi posti nei nidi, si pensa anche alle materne, con un aumento delle mense per favorire l’orario delle lezioni fino al pomeriggio.

Quasi 4 miliardi saranno utilizzati per mettere in sicurezza gli edifici e sono previsti laboratori e aule moderne, col cablaggio di 40mila scuole. Si promette, poi, di migliorare la formazione e il reclutamento degli insegnanti, la formazione tecnica post-diploma (i cosiddetti Its) per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, e, per quanto riguarda l’università, si vogliono triplicare gli alloggi per i fuori-sede.

In questo ambito, viene annunciata l’abolizione dell’esame per iscriversi a un albo professionale, in pratica dovrebbe bastare il diploma di laurea, che comprenderebbe un periodo di tirocinio.

Per i dottorati viene destinato un miliardo e mezzo e, nel complesso, per la Ricerca, tra progetti e poli tecnologici, ci sono 12,92 miliardi. Uno degli obiettivi è stimolare gli investimenti sui giovani e favorire la collaborazione tra enti pubblici e imprese private. Il tutto, si legge nel piano, con iter burocratici più snelli.