La protesta contro l'introduzione dell'imposta sulle lezioni di guida. Una decisione dell'Agenzia delle entrate dello scorso 2 settembre ha interrotto le esenzioni e la norma adesso è retroattiva. Rinviata la metà delle prove di pratica previste oggi
Serrata delle autoscuole in tutto il Paese. Oggi, 18 settembre, le scuole di guida chiudono i battenti per protestare contro la nuova introduzione dell’Iva sulle lezioni. Aderiscono migliaia di uffici e saltano il 50% degli esami di pratica previsti.
Circa 3500 autoscuole coinvolte
Sono circa 3500 le autoscuole aderenti a Unasca e Confarca che oggi hanno deciso di incrociare le braccia contro la decisione dell'Agenzia delle Entrate di interrompere l’esenzione dell’Iva per i servizi forniti dalle autoscuole. La risoluzione risale al 2 settembre scorso, quando l’Agenzia, recependo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 marzo 2019, ha introdotto un nuovo regime fiscale per l'insegnamento delle autoscuole. In sintesi, a queste non verrebbe più riconosciuta l’equiparazione ad altri tipi di insegnamento per cui è prevista l’esenzione dall’Iva. Una decisione che ha fatto discutere soprattutto per la retroattività fino al 2014.
Unasca e Confarca: "Protestiamo da Aosta a Siracusa"
"Da Aosta a Siracusa - spiegano Unasca e Confarca - le autoscuole italiane sospenderanno le lezioni e le loro attività per protestare contro l'Iva al 22% sulle patenti dal 3 settembre scorso e il recupero retroattivo dell'imposta su tutti corsi per le patenti già svolti sino al 2014. Il cambio di regime fiscale sulle attività formative (l'esenzione Iva per le patenti era in vigore dal 1972) è stato deciso con la risoluzione in attuazione della sentenza europea che nega che l'insegnamento delle autoscuole abbia gli stessi requisiti di scuole o università e che, perciò, debba essere sottoposto all'imponibilità Iva, chiedendo però un'integrazione delle dichiarazioni dei redditi sulle ultime cinque annualità fiscali aperte".
Potrebbero pagare gli ex allievi
Le scuole ora potrebbero rivolgersi agli ex allievi per recuperare l’aliquota Iva che ora dovrebbero pagare, ma per Unasca e Confarca questa strada è "difficile, se non impossibile". A preoccupare le due associazioni sono anche le "conseguenze sulla sicurezza stradale con il calo drastico delle ore di guida degli allievi nel rapporto tra budget previsto e aumento delle tariffe delle autoscuole".
Oltre 100mila euro per ciascuna scuola
Pare siano già iniziati i primi accertamenti fiscali nei confronti delle scuole e si parla di richieste di cifre da capogiro. Per Emilio Patella, segretario nazionale della Unasca "la stima, al ribasso, è di circa 110 mila euro per ciascuna delle 7 mila autoscuole attive in Italia". Sono invece "quattro milioni i conducenti che già hanno conseguito le patenti - spiega Paolo Colangelo, presidente della Confarca - Cittadini che potrebbero vedersi richiedere all'improvviso l'Iva per il conseguimento del documento di guida".