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Istat: "Disoccupazione salita al 9,9%". Ocse: "Dal 2050 più pensionati che lavoratori"

Economia

In Italia sono 2 milioni e 566mila le persone in cerca di un lavoro. Ma rispetto a luglio 2018 sono 121mila in meno i non impiegati. In aumento anche i giovani senza occupazione: il tasso è al 28,9%. E tra 30 anni ci saranno più persone in pensione che occupati

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Torna a salire il tasso di disoccupazione, che a luglio si è attestato al 9,9%. Lo rileva l'Istat. Le persone in cerca di lavoro aumentano di 28 mila unità su base mensile (+1,1%). I disoccupati in Italia si attestano così a 2 milioni e 566mila. Tuttavia a confronto con luglio 2018 continua a registrarsi una diminuzione (-121 mila disoccupati). Comunque il tasso si mantiene sotto la soglia del 10% per il terzo mese di seguito. Ma l'Ocse avvisa: se le politiche non cambieranno, in Italia dal 2050 i pensionati supereranno i lavoratori. Sempre l'Istat fa sapere che il Pil italiano nel secondo trimestre del 2019 è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti ed è diminuito dello 0,1% su base annua. Dunque crescita zero, mentre è stato rivisto al ribasso il dato tendenziale: nelle stime diffuse a fine luglio la variazione risultava nulla.

In aumento anche la disoccupazione giovanile

Secondo i dati Istat, aumenta anche la disoccupazione giovanile (15-24anni) torna ad aumentare, con il tasso che si porta al 28,9% (+0,8 punti su giugno). Su base annua invece il valore continua a scendere (-2,7 punti).

Rispetto a giugno 18mila unità in meno al lavoro

Dopo cinque mesi di crescita, a luglio l'occupazione è in "lieve calo" nel confronto mensile. Il numero delle persone a lavoro è sceso di 18 mila unità rispetto a giugno. Diminuiscono, dopo quattro mesi, i lavoratori dipendenti, soprattutto i 'permanenti' (-44 mila). Segno meno anche per gli occupati a termine (-2 mila), mentre aumentano gli indipendenti (+29 mila).

Dal 2050 più pensionati che lavoratori

Sulla base degli attuali schemi pensionistici, scrive l'organizzazione nel rapporto Working Better with Age, il numero di persone over 50 inattive o pensionate che dovranno essere sostenute dai lavoratori potrebbe aumentare di circa il 40%. Così in Italia, ma anche in Grecia e in Polonia, nel 2050 si produrrà il rischio di un rapporto uno a uno o addirittura di più over 50 fuori dal mondo del lavoro e pensionati che lavoratori.

L'Ocse: "Occorre un'azione politica concreta"

"Il fatto che le persone vivano più a lungo e in una salute migliore è un risultato da celebrare - ha spiegato Stefano Scarpetta, direttore dell'Organizzazione per l'Occupazione, il lavoro e gli affari sociali, presentando il rapporto a Tokyo - Ma un rapido invecchiamento della popolazione richiederà un'azione politica concertata per promuovere l'invecchiamento attivo in modo da compensare le sue conseguenze potenzialmente gravi per gli standard di vita e le finanze pubbliche".