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Possibile nazionalizzazione di Carige con il decreto legge

Economia

Mariangela Pira

Finanza & Dintorni

Con il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri cambia la situazione di Carige. Una nazionalizzazione ora è possibile. In un minuto e mezzo e con un linguaggio accessibile a tutti vi racconto cosa è successo. 

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Il nuovo anno porta con sè il primo salvataggio bancario del governo Conte. Con un decreto legge lo Stato interviene in Carige. Due le misure chiave del decreto.  

La prima: '(...) la concessione dal parte del ministero dell'Economia e delle Finanze della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione (...)'. Cosa vuol dire? Quando Carige avrà bisogno di denaro emettendo obbligazioni, lo Stato si farà garante sulle emissioni dei nuovi bond.

La seconda: '(...) la possibilità di una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale (...)'. Cosa vuol dire? Quando la banca avrà bisogno di denaro fresco per puntellare i propri bilanci, l'aumento di capitale avverrà a carico del Tesoro, come accaduto già con il MPS di cui il Ministero dell'Economia è diventato il maggior azionista. Sarebbe, in sostanza, una parziale nazionalizzazione. 

Misure, quelle contenute nel decreto, che sono state prese in stretto raccordo con le Istituzioni Comunitarie. Il governo utilizzerebbe il denaro  - del cosiddetto decreto salva banche  che aveva messo sul piatto il ministro Padoan due anni fa ai tempi della crisi delle venete e dello stesso Monte Paschi. 

Che la situazione non fosse semplice per Carige, che paga molti anni di gestione inefficiente e di prestiti concessi allegramente, si era compreso con il provvedimento di amministrazione straordinaria della BCE, arrivato dopo che il principale azionista dell'Istituto, la Famiglia Malacalza, aveva detto no all'aumento di capitale.  

Fino a poco tempo fa la banca genovese era la quinta in Italia. Oggi è scivolata al decimo posto: se nel 2007 in Borsa valeva 6 miliardi di euro oggi ne vale appena 80 milioni. Recentemente avevo scritto che valeva meno di Cristiano Ronaldo e non per mancarle di rispetto ma per far capire come una cattiva gestione possa creare seri danni. 

Il titolo rimane sospeso dalla Borsa a tempo indeterminato e la Banca ribadisce che sarà garantita la consueta operatività senza alcun impatto su clienti e dipendenti.