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Dai banchieri centrali e dagli studenti un inno all'unità europea

Economia

Mariangela Pira

Finanza & Dintorni

Quello di ieri a Firenze era un inno a favore dell'unità europea affinché non si trascuri l'importanza di 70 anni di pace e unità politica ed economica. I banchieri centrali sono riusciti a convincere gli studenti presenti. 

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E' un inno all'Europa quello recitato da Visco, governatore della Banca d'Italia, l'omologo tedesco Weidmann e quello olandese Knot. L'Europa, hanno convenuto i banchieri centrali, sta affrontando un momento difficile dopo 70 anni di pace e integrazione economica e politica. La diffidenza va combattuta secondo loro dato che è fondamentale preservare l'area comune: singoli si è deboli, insieme si è forti. 

Visco ha anche accennato al problema del debito pubblico italiano. Occorre avere - ha detto - la capacità di discutere con la Commissione Europea. "Perché pensate che l'Ue metta da parte l'Italia?", ha chiesto Weidmann a uno studente. "Per noi - ha proseguito - l'Italia è un membro insostuibile. Non capisco lo scetticismo nei confronti dell'Europa. 

Weidmann ha anche accennato alla sua esperienza di giovane studente in Francia quando "dovevo cambiare i marchi in franchi ed era tutto complicato", quando "ho vissuto delle difficoltà per il riconoscimento dei miei titoli di studi", "quando c'erano barriere che non permettevano il libero scambio di merci e persone". Visco gli ha fatto eco sottolineando come Brexit abbia un costo enorme per il Regno Unito, dato che la nostra vita commerciale si svolge in Europa. "Abbiamo fatto tanta strada" ha detto in conclusione sollevando l'applauso di studenti così giovani che quei muri li hanno solo letti nei libri di storia, e non hanno idea di cosa siano stati in concreto. Eppure, capaci di apprezzare un banchiere spesso disprezzato e odiato perché distante e fotografia di quella Germania che viene considerata a capo di questo nostro continente. Un Weidmann che invece si è messo a nudo di fronte a questi studenti, provenienti da un centinaio di scuole superiori italiane, e che - di rimando - è stato apprezzato. 

Meglio darsi battaglia a un tavolo di trattative che in un campo di battaglia, o no?, pensavo mentre parlavano. Perché anche io penso che ci siano molte cose che non vanno in questa Europa. Lo stesso Weidmann ha parlato dell'integrazione della politica fiscale, del mercato dei capitali. Ma bisognerebbe prendere le conseguenze di questa decisione, si dovrebbe condividere il rischio, in un quadro più simile agli Stati Uniti. Ma siamo pronti a farlo? Penso si debba iniziare a discutere seriamente. 

L'evento è stato l'occasione per lanciare l'edizione 2018-2019 di Young Factor, il programma di alfabetizzazione economica-finanziaria per le scuole superiore dell'Osservatorio Permanente Giovani Editori. 

Se pensate che l'istruzione sia costosa, provate con l'ignoranza, ha detto una volta il rettore dell'Università di Harvard. Bene, stando a GFK, l'Italia è al 31° posto nella classifica relativa all'alfabetizzazione economico-finanziaria. Dietro di noi Grecia e Portogallo, protagonisti gli anni scorsi di una violenta crisi. Per questo l'Osservatorio ha pensato: ma non è che più crisi corrisponde a meno alfabetizzazione finanziaria?, come spiegato dal suo presidente Andrea Ceccherini. Così è nato Young Factor, per aiutare le ragazze e i ragazzi delle superiori ad avere più dimestichezza con l'economia. 

E io concordo. Credo che l'istruzione sia il fattore che rimane, ora e da sempre, il più grande, il più importante investimento. 

p.s. qui trovate il mio servizio televisivo di modo possiate sentire le voci di questi giovani! https://video.sky.it//news/economia/dai-banchieri-centrali-uniniezione-di-fiducia-nelleuropa/v468594.vid