Da Bologna il presidente dell’Inps ha attaccato il mantenimento delle differenze di età nell'accesso alle pensioni per uomini e donne. Intanto Moscovici avverte: "Le sanzioni sono sempre ciò che può succedere alla fine, ma sono la peggiore delle vie d'uscita"
C'è "un segnale di maschilismo anche in questa legge di bilancio". Il nuovo attacco alla manovra finanziaria (COSA PREVEDE) arriva dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, secondo cui questo si riscontra nel testo "nel momento in cui va a dire manteniamo le differenze di età nell'accesso alle pensioni per uomini e donne, e va a non rifinanziare il congedo di paternità che era uno strumento molto importante per promuovere un'uguaglianza di opportunità". Intanto, sempre in tema di legge di bilancio italiana, da Bruxelles arrivano le parole del Commissario Pierre Moscovici: "Le sanzioni sono sempre ciò che può succedere alla fine, ma sono la peggiore delle vie d'uscita".
Boeri: "Poca attenzione verso la problematica femminile"
Intervenuto a Bologna, durante il convegno "Le donne nell'Istituto, ieri, oggi, domani", Boeri ha parlato di "poca attenzione da parte di coloro che si definiscono populisti verso la problematica femminile". In particolare, aggiunge, "i congedi di paternità sono uno strumento fondamentale per promuovere una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e per realizzare l'uguaglianza delle opportunità. Questo perché vuol dire che anche i padri devono prendersi cura dei figli. È un aspetto culturalmente importante ma che tende anche a contrastare un pregiudizio diffuso, soprattutto tra i datori di lavoro delle piccole imprese, secondo cui assumere delle donne è più rischioso perché costano di più e perché poi dovranno prendersi cura dei loro figli".
"Atteggiamento non giusto nei confronti delle donne"
Secondo quanto affermato dal presidente Inps, non è corretto che "in Italia quando si devono fare delle cose in favore delle donne si continui a dire che bisogna dare loro più opportunità di stare nel 'non lavoro' e fuori dal mercato del lavoro e quindi permettiamo loro di andare in pensione prima. Non penso sia l'atteggiamento giusto", aggiunge. Poi conclude: "E' significativo che nell'atteggiamento di estrema attenzione alle istanze popolari, si parla di populismo, nella volontà di rappresentare direttamente il popolo ci sia una rappresentazione che è molto maschilista di queste necessità che verrebbero dal basso".
Moscovici sull’Italia: "Rifiuto la parola 'punire'"
Intanto oggi, 5 novembre, anche il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha parlato della manovra finanziaria e delle possibili conseguenze in caso di un nuovo parere negativo da parte dell’Ue: "Una parola che rifiuto totalmente è la parola 'punire'. Non sono mai stato partigiano delle sanzioni. Le sanzioni sono sempre ciò che può succedere alla fine, ma sono la peggiore delle vie d'uscita", ha detto a France Info. Moscovici si è quindi detto a favore di un "dialogo ininterrotto, continuo e vigoroso con l'Italia" e alla domanda su cosa accadrà se il 13 novembre l'Italia dovesse presentare esattamente lo stesso progetto di bilancio già respinto dalla Commissione europea, ha risposto: "Vedremo, c'è la riunione dei ministri delle Finanze, diranno la loro". Infine una battuta su Salvini: "Non incarna ciò che amo, il signor Salvini è un leader di estrema destra, alleato di Madame Le Pen, che rasenta continuamente il nazionalismo e la xenofobia, ma l'Italia resta una grande democrazia e auspico che resti tale". Lo stesso Moscovici ha poi incontrato il ministro Tria in un bilaterale: "Ci sono scambi regolari con l'Italia sia a livello politico che tecnico", ha ricordato un portavoce della Commissione Ue dopo l'incontro.