Finanza & Dintorni
Lo definisce proprio il segreto del suo successo come imprenditore. "Essere un insegnante mi ha reso un uomo d'affari migliore", ripete spesso il fondatore di Alibaba. Perchè?
Oggi più che mai penso che il lavoro dell’insegnante sia tra più importanti e che si tenda, sempre più spesso, a sottovalutare questo ruolo. Gli anni della formazione rivestono una importanza fondamentale nell'appassionare i ragazzi e coltivare la loro intelligenza. Soprattutto oggi, alla luce della prateria dei social, il loro lavoro è vitale nell'accompagnare gli alunni ad un uso consapevole del mezzo, al rispetto reciproco, al ribattere senza insultare chi la la pensa in modo diverso o - purtroppo - a contribuire nell'evitare tragedie, come ci ricordano casi di cronaca più frequenti di quanto vorremmo. Invece è una figura che resta sottovalutata dalle istituzioni ma, cosa ancora più triste, anche dai genitori. Mutuando quanto detto recentemente dal Presidente Mattarella, un genitore bullo (e spesso anche nei confronti dell'insegnante) è peggio di un alunno bullo.
Chi pensa a riportare in auge questo ruolo è Jack Ma. L'uomo più ricco della Cina e fondatore dell'Amazon cinese, Alibaba, sostiene che quanto imparato in classe è quello che gli è servito di più nei consigli di amministrazione, contribuendo a renderlo l'uomo d'affari che è oggi.
"All'epoca - ha detto Ma - non avevo idea di cosa fosse il marketing o la tecnologia". Il miliardario, quando Alibaba si quotò a Wall Street, raccontò a CNBC che a quell'epoca girava con appena 5 dollari in tasca. Ma con sé portava un dono prezioso. "Insegnare mi ha permesso di essere capace di identificare e coltivare il talento, e questo è stato centrale nel trasformare Alibaba in un gigante dell'e-commerce multi miliardario".
Jack Ma spendeva la gran parte del suo tempo coltivando i talenti dei giovani dipendenti per inserirli al meglio nella struttura del gruppo. Il suo orgoglio, quando parla della crescita di Alibaba, non riguarda tanto il modello di business quanto la gestione dei talenti, la struttura organizzativa e lo sviluppo culturale all'interno del gruppo. Anche per questo è convinto che avendo lavorato su questo per vent'anni all'interno dell'azienda sia già pronta la quinta generazione di leader.
Anche in quest'ottica l'imprenditore 54enne ha da poco annunciato che dal 2019 non ricoprirà più la qualifica di presidente della società, lasciando le redini a Daniel Zhang, il suo delfino. In Zhang, a proposito di talenti, ne ha identificati due che a lui mancano: visione sistemica e lucida dei problemi.