Tasse, ultimo giorno per pagare Imu e Tasi: ecco una mini-guida
EconomiaIl 18 giugno scade il termine per il versamento della prima rata: dai contribuenti saranno trasferiti ai Comuni circa 10 miliardi di euro. Per la prima volta dopo molto tempo, non ci sono cambiamenti normativi rispetto all’anno prima. Ecco quello che c’è da sapere
Scade oggi, lunedì 18 giugno, il termine per pagare la prima rata dell'Imu e della Tasi. L'appuntamento con il versamento quest’anno è slittato di due giorni, perché la scadenza tradizionale del 16 cadeva di sabato. Ma l'esborso non cambia: dai conti dei contribuenti saranno trasferiti alle casse dei Comuni circa 10 miliardi di euro.
Tutto come l’anno scorso, niente nuove norme
Dalla legge di Stabilità del 2016 alla legge di Bilancio del 2018 è previsto - secondo quanto ricorda Confedilizia - un blocco agli aumenti di aliquota delle amministrazioni comunali, che in molti casi hanno già raggiunto la soglia massima. Solo pochi Comuni, invece, sono riusciti a trovare lo spazio finanziario per introdurre alleggerimenti. Anche la conferma delle norme è una novità. Per la prima volta dopo molti anni, infatti, i contribuenti non si trovano davanti innovazioni normative. Lo scorso anno, per la prima volta, era esentata dal pagamento della Tasi anche la prima casa, quest'anno invece non sono stati introdotti altri cambiamenti nella legislazione nazionale.
Ecco una mini-guida su Imu e Tasi: chi paga?
Sono chiamati a pagare l'Imu e la Tasi i proprietari e i titolari di diritti reali sugli immobili, con esclusione dei proprietari di prima casa che dal 2017 non pagano nemmeno la Tasi. Rientrano comunque nella tassazione le “prime case” di lusso delle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. L'appuntamento vale anche per gli affittuari solo se l'immobile non è utilizzato come prima casa. Si paga anche sui terreni, ma non su quelli agricoli. L'imposta relativa all'alloggio del portiere e delle parti comuni è versata dall'amministratore di condominio e addebitata ai singoli condomini.
Quanto si paga?
La prima rata dell'Imu e della Tasi per il 2018 è, in molti casi, facile da calcolare. Per chi non ha registrato cambiamenti rispetto al 2017, basterà pagare il 50% dell'imposta versata l'anno precedente. Ma bisogna tener conto che le imposte si pagano in base ai mesi reali di possesso (si considerano tali i periodi superiori ai 15 giorni): quindi se si è acquistato un immobile ad aprile, l'importo dovrà essere commisurato solo a tre mesi (e non a sei). Lo stesso vale per la base di calcolo: se il possesso o una modifica, ad esempio da prima a seconda casa, sono cambiati nel corso del 2017, sarà necessario ricalcolare l'imposta piena per l'intero 2017 e poi suddividerla a metà. È anche possibile pagare l'intero importo del 2018. Ma in questo caso bisogna tener conto delle aliquote e degli sconti adottati dai Comuni nel 2018.
Cosa succede con gli immobili in affitto?
Per gli immobili dati in affitto è previsto che una quota della Tasi, tra il 10 e il 30%, venga pagata dal conduttore se non la utilizza come prima casa: in ogni caso quest'importo, anche se non dovuto o non pagato dall'affittuario, non va versato dal proprietario. Se il Comune non indica la quota dell'inquilino, questa si considera al 10%.
Gli sconti, da canoni concordati a comodato
Due sono le categorie di sconti previste in generale (alle quali i Comuni possono aggiungere tipologie differenziate). La prima vale per gli affitti a canone concordato che possono abbattere l'imposta del 25%. La seconda è il dimezzamento dell'imposta nel caso in cui l'immobile viene concesso ai parenti in linea retta entro il primo grado che la utilizzano come abitazione principale. Ma per ottenere questo sconto è necessario che ci sia un contratto di comodato d'uso. In questo caso, a pagare sarà il possessore perché per l'utilizzatore è un'abitazione principale.