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Ilva, i sindacati bocciano la proposta del governo

Economia
Il tavolo delle trattative tra sindacati e governo sulla vertenza Ilva (Ansa)

I segretari generali di Fim, Uilm e Fiom hanno fatto sapere che il testo sulla vertenza "non è condivisibile". Il ministro dello Sviluppo economico Calenda: "Hanno deciso di non aderire alle linee guida dell'accordo proposto, il dossier passa a nuovo esecutivo"

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I sindacati hanno bocciato la proposta fatta dal governo sulla vertenza Ilva. Lo hanno annunciato i segretari generali di Fim, Uilm e Fiom uscendo dal tavolo. Per Rocco Paolmbella, segretario generale Uilm, si trattava di un "testo non condivisibile". Secondo quanto riferiscono i sindacati, a sospendere il tavolo sarebbe stato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda perché, secondo alcuni, "non legittimato a trattare". Lo stesso ministro ha poi dichiarato: "Hanno deciso di non aderire alle linee guida dell'accordo proposto, il dossier passa a nuovo governo".

I sindacati: "Per noi è importante andare avanti"

Nonostante lo stop alle trattative, tutti i sindacati fanno sapere di sperare in una ripresa della discussione. "Per noi è importante andare avanti", ha detto Palombella, "ma non si può trattare con i diktat. Affidiamo alla responsabilità del governo, che per noi è ancora un valido interlocutore, di riconvocare ancora il tavolo". "Gli esuberi restano", ha aggiunto Marco Bentivogli della Fim. E Francesca Re David, segretaria generale Fiom: "Mittal non si è mossa di un millimetro. Nella proposta non ci sono suoi cambiamenti. Il problema è che tutto il negoziato è condizionato dal contratto di affitto. La trattativa è bloccata da questo contratto". Re David ha anche sottolineato che "Mittal non ha bisogno di un accordo sindacale per acquisire l'Ilva, l'accordo è solo vincolante per averla alle condizioni imposte dalla società. Noi non potremmo mai firmare un accordo che poi ci viene bocciato dai lavoratori".

Calenda: "Fatto il possibile"

"I sindacati hanno deciso di non aderire alle linee guida dell'accordo proposto. Il governo ritiene di aver messo in campo ogni possibile azione e strumento per salvaguardare l'occupazione, gli investimenti ambientali e produttivi anche attraverso un enorme ammontare di risorse pubbliche", ha spiegato Calenda dopo l'interruzione del tavolo sull'Ilva. "A questo punto - ha detto il ministro - il dossier passa a nuovo governo". Le ragioni della proposta del governo, ha spiegato Calenda in una nota, "risiedono nella necessità di concludere rapidamente l'accordo sindacale onde evitare due rischi rilevanti: innanzitutto l'esaurimento della cassa di Ilva previsto per il mese di luglio", in secondo luogo "la rinuncia di Mittal alla condivisione dell'accordo sindacale che consentirebbe all'Ilva di Taranto di procedere direttamente alle assunzioni superando la necessità dell'accordo". Nella nota si ricorda "che l'offerta di Mittal prevede investimenti per 2,4 miliardi a cui si aggiungono 1,8 miliardi di prezzo che servono anche a rimborsare lo Stato e l'indotto", cioè le numerose aziende creditrici dell'Ilva ammesse allo stato passivo dal tribunale fallimentare di Milano.