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La contraffazione costa 5 miliardi di euro e 105mila posti di lavoro

Economia
La moda è il settore più colpito dalla contraffazione (archivio Fotogramma)

La Commissione parlamentare di inchiesta ha scattato una fotografia del fenomeno, sottolineando la necessità di un nuovo approccio per contrastarlo. Moda, abbigliamento ed elettronica i settori più colpiti

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Cinque miliardi e 280 milioni di entrate erariali (circa il 2% del totale) e 105mila posti di lavoro. È il bilancio fornito dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo. Cifre che si riferiscono al 2016 e, secondo i primi rilievi, non sembrano prospettare una diminuzione.

I settori più danneggiati

In cima alle categorie dei prodotti contraffatti sequestrati ci sono, prima di tutto, moda e abbigliamento. Seguono apparecchiature elettriche, calzature, occhiali, orologi e gioielli. In coda ma con cifre comunque notevoli ci sono giocattoli, cd e dvd, profumi e cosmetici, apparecchiature informatiche e altre merci. "Negli ultimi anni - ha spiegato Mario Catania, presidente della Commissione - la contraffazione si è manifestata come un fenomeno pervasivo e ramificato che riguarda tutti i comparti produttivi e ogni prodotto che presenti margini di profitto interessanti, configurandosi come una vera e propria industria, spesso gestita da organizzazioni criminali di ambito sovranazionale".

Come contrastare il fenomeno

Catania ha osservato che "il contrasto da parte delle istituzioni competenti deve tenere conto di una realtà estremamente pericolosa e attrezzarsi per dare risposte adeguate". Negli ultimi tre anni e mezzo di lavori, la Commissione è arrivata alla conclusione che "per combattere un fenomeno così sfaccettato, vi sia la necessità di sviluppare un approccio pluridirezionale, che tenga insieme molte e diversificate modalità di intervento". Servirebbero quindi "l'adeguamento dell'apparato sanzionatorio e penale, interventi su tracciabilità ed etichettatura, l'armonizzazione della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, una regolamentazione dell'e-commerce". Catania ha infine auspicato che "nella prossima legislatura il Parlamento abbia modo di perseguire e approfondire il lavoro nel solco tracciato fin qui".