Nuova sede Ema, atteso il voto a Bruxelles: Milano tra le favorite
EconomiaI 27 ministri degli Affari europei dovranno decidere dove spostare l'Agenzia comunitaria dell'Unione europea per la valutazione dei medicinali, che dovrà lasciare Londra a causa della Brexit. Bratislava fa concorrenza al capoluogo lombardo
Come funziona il voto
Oltre a Milano e Bratislava le candidate per ospitare l’Ema sono: Amsterdam, Atene, Barcellona, Bonn, Bucarest, Copenaghen, Dublino, Helsinki, Lilla, Porto, Sofia, Stoccolma, Malta, Vienna, Varsavia, Francoforte e Zagabria. Al Consiglio degli Affari generali, l’Italia verrà rappresentata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Sandro Gozi, che dovrà riuscire a convincere i suoi colleghi che il capoluogo lombardo sarà la migliore sede per l’Agenzia europea del farmaco. La decisione verrà presa attraverso una procedura di voto molto complessa, studiata per rendere difficili gli accordi, che può prevedere fino a tre turni di consultazioni. Il primo step consente a ogni Stato di esprimere 6 voti: 3 per la sede preferita, 2 per la seconda scelta e 1 per la terza scelta. Se una delle 19 città riceve 3 punti da almeno 14 Stati, viene automaticamente scelta. Altrimenti si passa al secondo turno dove si scontreranno le 3 candidate più votate. In questa ipotesi, però, gli Stati avranno una sola preferenza a disposizione e per proclamare un vincitore ci sarà bisogno comunque di almeno 14 voti. Nel caso fallisse anche il secondo turno si andrà al ballottaggio tra le 2 più votate che si guadagneranno l'assegnazione a maggioranza semplice. In caso di ulteriore parità, la nuova sede verrà scelta con un sorteggio.
Incertezza sull'esito finale
L’Ema, con i suoi 900 dipendenti, è un’agenzia molto ambita. Nelle scorse settimane, il premier Paolo Gentiloni ha espresso tutto il suo ottimismo, dicendosi convinto che Milano abbia "le carte in regola" per aspirare a vincere. Il capoluogo lombardo se la dovrà vedere con concorrenti tecnicamente valide (sotto il profilo dela presenza di industrie farmacologiche e di poli di ricerca) come Amsterdam, Vienna e Copenhagen. Un discorso a parte, invece, merita Bratislava che punta sul fattore geografico, essendo uno dei quattro Paesi comunitari che non ospita nessuna agenzia Ue. Outsider è Barcellona, sulla quale il premier spagnolo Mariano Rajoy punta molto per poter avere una carta valida da giocarsi in vista del voto in Catalogna del prossimo 21 dicembre.