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Fca, Marchionne: “Entro 2 anni Panda via dal sito di Pomigliano”

Economia
Un'immagine d'archivio dello stabilimento di Pomigliano (Ansa)

L’amministratore delegato del gruppo automobilistico è intervenuto al Salone dell’auto di Ginevra. “Lo stabilimento in Campania sa fare di meglio”, ha dichiarato. E su Trump dice: "Da lui si può imparare qualcosa"

 

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La Panda lascerà Pomigliano verso il 2019-2020; lo stabilimento ha la capacità di fare altre auto. L'annuncio è del numero uno di Fca Sergio Marchionne, intervenuto al Salone dell'Auto di Ginevra.

 

"Oggi non cambiamo nulla, la fabbrica produce bene, ma la futura Panda non sarà fatta a Pomigliano e neppure in Italia. Con tutto il rispetto, Pomigliano sa fare di meglio", ha detto l’ad che ha indicato per lo stabilimento campano la possibilità di produrre modelli Premium, senza specificare quali. Per quanto riguarda la scadenza del 31 marzo, quando dovrà dire ai sindacati quale sarà il futuro produttivo del sito campano, il manager ha risposto: "oggi è solo il 7 marzo".

 

I sindacati chiedono certezze sulle strategie - "La prima preoccupazione è la produzione in Italia e in Europa". Così la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, risponde ai giornalisti che le chiedono un commento alla decisione di Fca di spostare la produzione della Panda da Pomigliano. "È evidente - ha proseguito - che l'accordo tra Opel e Psa cambia gli scenari e il quadro di riferimento. Sarebbe utile - ha concluso - capire le strategie". "Pensiamo sia giunto il momento di comunicarci quale sarà la produzione per lo stabilimento di Pomigliano - afferma Crescenzo Auriemma, segretario regionale Uilm - Siamo disponibilissimi a produrre vetture più complicate, ma Fca ci dica, in questi mesi, quali, quante e in che tempi saranno portate nello stabilimento automobilistico campano".
 

 

"Non venderemo alcun brand" - L’ad di Fca ha poi dichiarato che finché sarà al timone del gruppo non sarà venduto alcun brand societario: "Non lo faremo. Quando me ne andrò farete quello che vorrete. Finché ci sono io, no”. Sulla sua presidenza in Ferrari ha aggiunto: “Se voglio prendere l'ultima parte degli incentivi devo rimanere, altrimenti non prendo nulla. Il termine finale è 2020-2021". Su Alfa invece ha dichiarato: “Ha un grande futuro, i primi risultati arriveranno nel 2018-2019, non li vedrò io. È stato un grande sforzo, non solo finanziario, siamo contenti di quanto fatto tecnicamente con la piattaforma con Giulia e Stelvio, ora bisogna completare la gamma”.

 

 

La fusione con Gm - Il manager ha parlato di molti argomenti connessi al settore automobilistico. Sull’accordo Psa-Opel ha detto: "È un passo nella giusta direzione, capisco le ragioni che hanno portato a unire i due business. È un impegno a lungo termine per trovare benefici per entrambe. Un buon pacchetto, un buon accordo, anche se difficile da mettere insieme". Su Gm-Fca, Marchionne ha spiegato che la fusione è ora meno desiderabile: "Le sinergie sono un po' cambiate. Non chiudo mai nessuna porta, impossibile chiudere la porta con Gm perché non si è mai aperta. Ho bussato e non ho avuto risposta. Potrei bussare di nuovo o bussare ad altre porte”. 

 

"Da Trump rapporto più diretto con l'industria" - "Non mi voglio addentrare in discussioni politiche su Trump, cerco di essere obiettivo e di  valutare in quale modo portare avanti le attività di Fca negli Usa - ha detto ancora Marchionne - Riporteremo dal Messico alcune attività, questo Trump lo otterrà; ma è una cosa che riguarda il mercato americano e l'occupazione americana", ha aggiunto. "Da Trump si può imparare qualcosa, magari con un tono diverso. Si può avere un rapporto più diretto con l'industria, più collaborazione".