Ansia, depressione e altre forme di disagio psicologico nei giovani. Ne parliamo con Stefano Vicari, Primario Neuropsichiatria Infantile Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma, e Bill Niada, Presidente e fondatore Fondazione Il Bullone
Sul palco di Sky Tg24 Live In Roma, ospiti di Emanuela Ambrosino, ci sono Stefano Vicari, Primario Neuropsichiatria Infantile Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma, e Bill Niada, Presidente e fondatore Fondazione Il Bullone. Al centro il tema della salute mentale nelle nuove generazioni. "Gli accessi in Pronto soccorso sono aumentati sensibilmente. Prima accoglievamo 2-3 ragazzini a settimana, ora fino a 5 al giorno", ha detto Vicari. "Arrivano prevalentemente per autolesionismo o per tentato suicidio". Ma "perché stanno male questi ragazzi? I disturbi mentali sono complessi. L'80% dei ragazzi, secondo l'Onu, sta bene. Il 20% ha invece disturbi mentali. Le condizioni sociali stanno giocando un ruolo importantissimo. C'è una componente biologica, certo, ma se aumentano i casi vuol dire che c'è una componente ambientale", ha spiegato il primario. "Sicuramente ci sono le dipendenze da sostanze, con droghe sempre più potenti e accessibili. E poi le dipendenze da gioco d'azzardo e da smartphone, da Internet. I casi stanno aumentando dal 2010-2013, e sono legati all'aumento del numero dei telefonini", ha detto Vicari.
Quali sono i campanelli d’allarme? “Il mondo degli adulti - ha sottolineato Vicari - spesso è distratto rispetto alle richieste di aiuto implicite che i ragazzi e le ragazze fanno. In questo momento sembra che a soffrire siano di più le ragazzze e quelo che deve destare l'attenzione di un adulto sono i cambiamenti che restano stabili nel tempo: in particolare, ad esempio, una 12enne che vedeva le amiche o faceva attività sportiva, che progressivamente diventa più chiusa, cala nel rendimento scolastico, dorme male, mangia in maniera irregolare. Quando questi cambiamenti durano per tanto tempo noi adulti dovremmo chiederci il perché”.
Sul palco anche Bill Niada che in merito alle condizioni di salute mentale dei giovani ha affermato: “Non penso che la colpa sia della pandemia, è della nostra società. Con la pandemia è successo che tutte le cose che già c’erano come la dipendenza da telefonino siano degenerate”. Poi ha aggiunto: “Per i ragazzi è importante capire che se si fallisce non è la fine del mondo, è la vita”. Il fondatore Fondazione Il Bullone ha poi parlato di un progetto che gli è caro: "I malati di cancro subiscono spesso tagli, dovuti ad esempio ai cateteri. Il tema della cicatrice quando andavano al mare era un tema molto sentito. Così è nato questo progetto, 'Cicatrici'".
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