Live In Milano, Connessi: abbiamo un amore malato per l’IA?

Cronaca

A Live In Milano di Sky TG24, nel panel intitolato “Intelligenza Artificiale: quale futuro?”, condotto da Chiara Piotto, si è discusso delle sfide e delle opportunità legate all’IA

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il nostro modo di vivere, lavorare e comunicare, sollevando interrogativi cruciali sul futuro dell’umanità. Quali saranno i limiti etici della tecnologia? Come garantire equità, trasparenza e controllo umano? Il rischio di discriminazioni algoritmiche e manipolazioni è reale. Al tempo stesso, l’IA promette soluzioni innovative per la salute, l’ambiente e anche per le relazioni sociali. Siamo di fronte a una trasformazione epocale: la sfida è governarla con consapevolezza. A Live In Milano di Sky TG24 Chiara Piotto ha provato a rispondere a questi quesiti in un panel intitolato “Intelligenza Artificiale: quale futuro?” a cui hanno partecipato  Maura Gancitano, filosofa e scrittrice Tlon; Andrea Nuzzo, content creator; Jacopo d’Alesio, YouTuber tech; e Paolo Spreafico, Customer Engineering Director Italy di Google Cloud (SEGUI LA GIORNATA DI LIVE IN MILANO IN DIRETTA).

Jacopo d'Alesio: "All'IA manca l'imprevedibilità umana" 

Jacopo d’Alesio, Youtuber specializzato in tecnologia, ha aperto il dibattito ponendo l’accento sul confine sempre più sfumato tra l’IA e l’interazione umana: “Il problema è che, prima o poi, non sapremo più distinguere tra un amico reale e un chatbot. Quello che manca all’IA è quel margine di imprevedibilità e umanità autentica. I modelli con cui interagiamo producono risposte plausibili, ma sono sempre calcoli. L’essere umano, invece, è in grado di creare dal nulla”. Sulla robotica ha aggiunto: “I robot esistono da anni, ma è con l’IA che possono diventare realmente utili. Possiamo addestrarli su azioni umane, dotarli di propriocettività, fargli capire dove si trovano nello spazio. È inquietante, ma potrebbe risolvere molti problemi pratici”. 

L'IA può ribellarsi all'uomo?

Infine, sulla possibilità che l’IA si “ribelli” al suo creatore, ha individuato tre questioni centrali: “Uno: l’intelligenza artificiale generale, Artificial General Intelligence (AGI), quella che potrebbe tutto, resta ancora un’ipotesi. Musk parla di un 20% di rischio che ci distrugga. Due: la questione energetica. I modelli attuali richiedono enormi quantità di calcoli, quindi di energia. Tre: i dati. Abbiamo quasi esaurito i dati grezzi per l’addestramento. Se continueremo ad alimentare l’IA con contenuti generati dall’IA stessa, potremmo entrare in un loop sterile. Ma se regolamentato, il contributo umano nella generazione di dati potrebbe avere un valore enorme, Chi genera nuovi dati, noi umani, in un contesto che deve essere regolamentato, può avere un grande futuro. Ricercarori accademici, Youtuber, possono generare dati nuovi che miglioreranno i modelli. Ma servirà trovare l’equilibrio tra chi genera i dati e chi li usa per fare le cose”.

Nuzzo: "Aiutare le persona a usare l'AI con consapevolezza"

Andrea Nuzzo ha parlato invece della cosiddetta "sex recession" e dell’impatto che l’IA può avere sulla sfera affettiva e sessuale. “Le persone si stanno adattando a nuove modalità, comprese le piattaforme digitali e i chatbot sessuali. Non si parla tanto di rinuncia ai rapporti, ma di una loro trasformazione. L’uso di IA generativa comporta un rilascio costante di dopamina, specialmente quando conferma i nostri bias. Questo può ortare a vedere l’IA come un partner perfetto, anche dal punto di vista sessuale. Alcuni la usano persino per ricevere consigli su come rispondere a un messaggio su Whatsapp. Quando si usano questi strumenti è fondamentale capire che stiamo parlando con una proiezione di noi stessi basata sull’intero sapere della rete, non con un essere cosciente”.

L'intelligenza artificiale come terapeuta

Sul tema dell’IA come possibile supporto psicologico, ha aggiunto: “Siamo a un bivio. Se vogliamo essere ottimisti, potremmo considerare l’IA un valido aiuto per la salute mentale. Non sostituirà mai il terapeuta, ma può servire per riorganizzare le idee, a patto che non si trasformi in uno strumento confermativo e ripetitivo. Se abusata, può innescare nuovi problemi. Non va demonizzata, ma va compreso che non è un terapeuta: dobbiamo aiutare le persone a usarla con consapevolezza”.

Gancitano: "La relazione umana non deve essere sostituita"

Maura Gancitano ha invece fatto una riflessione sul ruolo dell’IA nella sfera domestica e genitoriale: “Quando parliamo di intelligenza artificiale, ci riferiamo a un insieme molto ampio di strumenti e applicazioni. In prospettiva, potrebbe alleggerire il carico gestionale dell’essere genitori – un carico che oggi grava soprattutto sulle donne. Nonostante la presenza di molti elettrodomestici, il lavoro domestico non è diminuito. L’IA potrebbe essere un aiuto concreto, ma mi auguro che diventi accessibile a tutti e non solo a chi può permettersela. Detto ciò, la relazione umana non deve essere sostituita”.

Il caso "Ipnocrazia"

Gancitano ha anche raccontato del libro “Ipnocrazia”, un esperimento intellettuale di Andrea Colamedici sulla costruzione della realtà nell’era digitale, scritto da un filosofo “inesistente”, generato da un’intelligenza artificiale. “Ha avuto una risonanza globale e sta facendo discutere filosofi e accademici", ha spiegato. Poi, parland dell'intelligenza artificiale ha avveritto: "Questo strumento può farci sentire più intelligenti, ma rischia di renderci pigri. Lo vediamo anche nel mondo della scuola, dove l’obiettivo non è solo creare un prodotto finito, ma apprendere. Gli insegnanti stessi usano l’IA: possiamo farlo in modo passivo o possiamo usarla per pensare meglio. In fondo, ci interroga su chi siamo noi come esseri umani”.

Spreafico: "Viviamo l'età dell'oro dell'innovazione"

Paolo Spreafico di Google Cloud ha illustrato le novità in arrivo e le potenzialità della cosiddetta multimodalità. “La vera rivoluzione è nella capacità dei modelli di comprendere la realtà attraverso più canali sensoriali. Un esempio è Project Astra, un assistente universale che, tramite lo smartphone, percepisce l’ambiente circostante e suggerisce azioni utili nella quotidianità, migliorando la produttività e la presenza mentale”, ha spiegato. Spreafico ha anche ricordato il progetto AlphaFold: “Stiamo vivendo un’età dell’oro dell’innovazione. AlphaFold ha permesso di predire la struttura delle proteine in tempi rapidissimi, accelerando la ricerca medica in modo impressionante. Prevedere ciò che accade in settimane anziché in decenni può cambiare radicalmente la medicina e, più in generale, la qualità della vita umana”.