Wrapped di Spotify, sì-no: l'ossessione per noi stessi, l'Ai e i dati

Spotify Wrapped è uno degli strumenti di marketing più potenti a disposizione della piattaforma di streaming svedese che viene attivato all’inizio di dicembre ormai da dieci anni. In pratica, insieme al conteggio delle canzoni, degli artisti e dei dischi più ascoltati globalmente e nei singoli paesi , i data scientist della piattaforma forniscono a ciascun utente una serie di statistiche sulle canzoni, artisti, generi musicali e podcast che hanno più ascoltato durante l’anno, all’interno di un lay-out molto attraente, con anche una playlist dei pezzi più ascoltati e graditi. Lo scorso anno, un po’ presi dalla febbre dell’intelligenza artificiale, il Wrapped aveva avuto per la prima volta un'accoglienza negativa, ricevendo molte critiche per la mancanza di statistiche dettagliate e per aver messo in primo piano un podcast costruito esclusivamente dall'IA, rispetto ad altre elaborazioni di dati fatti in modo intelligente e creativo che avevano invece caratterizzato i Wrapped precedenti. Quest’anno invece Spotify è tornato al passato aumentando il numero di funzioni, con analisi approfondite dei dati di streaming, esperienze creative, messaggi degli artisti preferiti e altre funzionalità social. Record di coinvolgimento e condivisione Il servizio di streaming ha annunciato che Wrapped 2025 ha registrato oltre 200 milioni di utenti coinvolti nelle prime 24 ore, il 19% in più rispetto all'anno precedente, quando Wrapped aveva impiegato 62 ore per raggiungere 200 milioni di utenti,. Per utenti coinvolti si intendono quelli che hanno visualizzato almeno una delle storie all'interno dell'esperienza Wrapped. Inoltre, Spotify ha dichiarato che Wrapped è stato condiviso più di 500 milioni di volte quest'anno, il 41% in più rispetto all'anno scorso. Questo include le condivisioni native dall'app, così come gli screenshot e i download. In particolare, quest'anno le nazioni che hanno registrato i numeri più alti sono stati Stati Uniti, India, Indonesia, Giappone, Colombia e Thailandia. Le novità di quest’anno Pur essendo anche quest’anno coinvolta l’intelligenza artificiale che permette di gestire una grande quantità di dati, nella comunicazione l’IA rimane dietro le quinte per poter fornire una serie di informazioni e dati più interessanti e stuzzicanti per l’utente finale. Per la prima volta Spotify ha aggiunto Wrapped Party, una funzionalità multiplayer in tempo reale per poter confrontare i propri dati di ascolto con quelli degli amici. Si tratta della prima esperienza interattiva dal vivo di Wrapped, e che consente agli utenti di invitare fino a nove amici per confrontare le statistiche di ascolto. Inoltre sono stati aggiunti il numero di riproduzioni di ciascuno dei brani più ascoltati, così da poter vedere effettivamente quanto tempo si è trascorso ascoltando i propri brani preferiti, un quiz interattivo sulle canzoni più ascoltate, una funzione che misura l'età di ascolto e i Wrapped Club, che abbinano ciascun utente a uno dei sei stili di ascolto unici. Quindi più funzionalità per una maggiore interazione. Infine nel reel di presentazione personalizzati sono stati inserite una serie di ringraziamenti da parte da popolari artisti e conduttori di podcast che sono stati molto apprezzati. “My listening age” Ma la novità di quest’anno è sicuramente la funzione “My listening age” che ha suscitato gioia e costernazione tra gli utenti Spotify. In pratica questa funzione si basa sul debole assunto che le persone tendono ad ascoltare musica di quand’erano giovani. Spotify identifica gli anni di pubblicazione delle canzoni che ogni utente ha ascoltato, individua il quinquennio a cui si è dedicato di più rispetto agli utenti della stessa età, ipotizza che in quel periodo si avesse fra i 16 e 21 anni, ed effettua infine il calcolo della “listening age”. Escono quindi fuori una serie di “età d’ascolto" piuttosto assurde, con la consapevolezza che più l’età è strampalata più induce alla condivisione, alla discussione e alle battute. Ecco quindi che a ventenni innamorati della musica anni 90 veniva attribuita un’età da ascolto intorno ai 53 anni, mentre chi amava i classici jazz veniva identificato come over 75. Luci e ombre Come già scritto all’inizio dell’articolo, Wrapped è un potentissimo strumento di marketing di Spotify, perché sfrutta l’ossessione che le persone hanno di loro stesse e così gli utenti, attraverso i social, diventano i principali comunicatori e promotori del servizio. Dall’altra parte però i nuovi servizi come “My listening age” sono espedienti che denunciano la superficialità con cui oggi viene trattata la musica e il suo ascolto. I dati scientifici alla base di questa funzionalità sono piuttosto deludenti: Spotify afferma che si basa su un "colpo di reminiscenza", ovvero la tendenza ad ascoltare musica risalente agli anni della formazione. La funzionalità esamina la cronologia di ascolto di un utente, la confronta con quella di altri utenti della stessa generazione e poi "ipotizza in modo giocoso" un'età di ascolto. Si tratta di un gioco certo, però - così facendo - una delle piattaforme culturali più popolari in tutto il mondo, tratta la musica come una semplice commodity che mette tutto sullo stesso piano senza tener conto i generi. Ad esempio, il fatto che io ascolti - per lavoro - prevalentemente musica nuova fa dire a Spotify che io ho un’età d’ascolto di 16 anni, peccato però che le novità che ascolto appartengono a generi che un teenager difficilmente ascolterebbe. In più secondo molti analisti, il conteggio di Spotify non è nemmeno così preciso e completo e non rispecchia le abitudini d’ascolto degli utenti, in quanto sembra che l’analisi si interrompa a metà ottobre, non prendendo in considerazione gli ascolti fatti successivamente. Inoltre, in generale l’algoritmo che regola il conteggio degli ascolti non è oggettivo ma, ad esempio, premia di più le canzoni brevi e inoltre conteggia la musica che si ascolta playlist personalizzate come “Discover Weekly", "Release Radar", “Daily mix", anche se le singole canzoni non sono state scelte dall’utente. Ci sono dei siti e dei software più precisi che permettono di analizzare in modo più preciso e approfondito i propri ascolti su tutte le piattaforme come Stats for Spotify.

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Michele Boroni