Se hai genitori diplomati, hai solo il 15% di possibilità di laurearti

L’istruzione è spesso considerata un mezzo per garantire pari opportunità. E in parte è così, ma la realtà è che in alcuni dei Paesi più economicamente sviluppati del mondo i titoli di studio tendono ancora a trasmettersi di generazione in generazione, perpetuando le disuguaglianze sociali. I figli di famiglie con basso livello di istruzione hanno infatti spesso meno risorse economiche per proseguire gli studi, meno stimoli culturali e meno supporto per accedere ad attività formative di qualità. Inoltre, rimanere più a lungo nel sistema scolastico o universitario comporta spesso un rinvio dell’ingresso nel mercato del lavoro: un ostacolo che pesa di più sulle famiglie svantaggiate. Sono queste alcune delle conclusioni che emergono dal rapporto “Education at a Glance 2024” dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Lo studio mostra che in molti dei 38 Paesi membri dell’OCSE, i figli di famiglie a basso reddito e meno istruite hanno tassi molto inferiori di mobilità educativa verso l’alto rispetto ai coetanei più abbienti, anche a parità di capacità scolastiche. E nonostante la maggiore diffusione dell’istruzione rispetto al passato, negli ultimi anni il vantaggio relativo dei figli delle famiglie più istruite non si è ridotto significativamente. Le differenze geografiche I dati mostrano alcune dinamiche ricorrenti. Nei Paesi dove gli adulti hanno alti livelli di istruzione, anche la generazione precedente era relativamente istruita, e viceversa. In Estonia, Norvegia e Svezia, ad esempio, emerge una forte correlazione tra titoli di studio dei genitori e dei figli, segno di una trasmissione molto stabile del capitale educativo. In Paesi come Croazia, Romania, Turchia e Italia, invece, i livelli complessivi di istruzione universitaria sono bassi e le possibilità di mobilità verso l’alto risultano più limitate. In Italia, solo circa il 7% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha almeno un genitore laureato e al contempo solo il 20% degli adulti oggi ha un diploma di laurea: ciò rivela sì un trend intergenerazionale positivo, ma con una quota di laureati che rimane comunque molto bassa rispetto ai Paesi europei più virtuosi. In Svezia, ad esempio, quasi il 50% degli adulti ha almeno un genitore laureato, percentuale quasi identica a quella degli adulti con una laurea oggi. Alcuni Paesi si distinguono per cambiamenti particolarmente significativi: in Slovenia e Spagna, il numero di laureati è raddoppiato da una generazione all’altra, passando da meno del 20% a circa il 40%. Intrappolati per generazioni Ma il dato forse più significativo si riscontra guardando alle quote di popolazione con un basso livello di istruzione. In Polonia, Svizzera e Norvegia chi ha genitori con un titolo di studio basso tende a restare intrappolato nella stessa situazione. Per l’Italia vale il discorso di cui sopra: la situazione è migliorata tra una generazione e l’altra, ma la percentuale di persone con un titolo di studio basso rimane alta. Più del 70% degli adulti ha genitori con livello di istruzione inferiore al diploma di scuola superiore e le persone con meno di un diploma di scuola superiore oggi sono intorno al 40%. Nei Paesi del Nord Europa, quest’ultima percentuale si attesta tra il 10 e il 20%. Le statistiche OCSE comparate mostrano che in media, il 72% degli adulti con almeno un genitore laureato ottiene anch’esso un titolo universitario, mentre tra coloro i cui genitori non hanno completato le superiori solo il 30% rimane sotto quel livello. Tuttavia, come abbiamo visto, in alcuni Paesi come l’Italia – insieme a Portogallo, Spagna e Turchia – oltre la metà di chi proviene da famiglie con bassa istruzione resta bloccato a quel livello.

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Se hai genitori diplomati, hai solo il 15% di possibilità di laurearti

Gianluca De Feo