In Italia perdiamo sempre di più nuovi nati e residenti

L’inverno demografico non è ancora terminato. Anzi. Anche nel primo semestre del 2025 non c’è stata alcuna inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni e la popolazione italiana è diminuita. Continuano a calare le nascite, aumentano i decessi e se non fosse per un saldo migratorio con l’estero positivo, l’inverno sarebbe ancora più freddo. Gli ultimi dati, ancora provvisori, sono stati diffusi da Istat e dicono che al termine dei primi sei mesi dell’anno i residenti in Italia sono 58.919.230. Il bilancio del semestre si chiude con un poco rassicurante meno 15mila italiani rispetto a inizio 2025. Una perdita di popolazione pari allo 0,3 per mille, ma per quanto possa sembrare un dato “piccolo” rappresenta un tasso di variazione significativo e lo si capisce meglio spostando lo sguardo più in lontananza. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Dal primo gennaio 2019 gli abitanti residenti entro i confini nazionali sono diminuiti di quasi un milione . Una riduzione costante negli ultimi anni, una serie che pare inarrestabile e che ha visto il 2008 come l’ultimo anno in cui il bilancio demografico è stato positivo, sebbene di poco. Il saldo naturale D’altronde il dato è l’inevitabile risultato della diminuzione delle nascite, ormai giunta ai minimi storici , e di un leggero aumento dei decessi. Le nascite del primo semestre si sono arrestate a 166 mila unità, un vero e proprio crollo del 7 per cento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Parallelamente, i decessi hanno raggiunto quota 327 mila, con un incremento dell’1,7 per cento che risulta, peraltro, coerente con le tendenze demografiche degli ultimi due decenni. Il saldo naturale tra nascite e morti continua pertanto a mantenersi in territorio pesantemente negativo, alimentando il processo di spopolamento del territorio nazionale. Il record negativo di nascite, inoltre, contribuisce all’invecchiamento dell'età media della popolazione. Gli ultimi dati Eurostat sull’aspettativa di vita, che vedono l’Italia in testa alla classifica insieme alla Svezia, sono una consolazione solo parziale, dal momento che l’impatto di crescente parte della cittadinanza in età non più lavorativa resta un problema dalle conseguenze nefaste. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Il saldo migratorio Dall’inizio del 2025 il saldo naturale è stato di meno 161 mila abitanti, il che equivarrebbe a una perdita di popolazione di più di 300 mila persone all’anno, praticamente la popolazione di una città come Bari. Un tasso di decrescita spaventoso. A compensare almeno in parte il dissanguamento di residenti e a riportare il bilancio demografico degli ultimi sei mesi a cifre meno drammatiche sono stati i movimenti da e verso i Paesi esteri. Nel primo semestre 2025 il bilancio tra chi si è trasferito oltre confine e chi da fuori arriva in Italia è a netto vantaggio di questi ultimi. Si sono trasferite in Italia 214 mila persone e se ne sono andate 67.731. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Il saldo migratorio è, quindi, positivo e ha comportato a un aumento della popolazione di 146 mila persone. Attenzione, però: anche nei movimenti migratori dall’estero si è registrata una leggera contrazione rispetto al primo semestre 2024. Una diminuzione dello 0,8 per cento per gli arrivi e del 40 per le partenze dai registri dei Comuni italiani. Un calo che il nostro Paese non sembra potersi permettere.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

In Italia perdiamo sempre di più nuovi nati e residenti

Gabriele De Palma