Ponte sullo Stretto: 5 cose da sapere

54 anni di progetti, plastici, bocciature, dibattiti politici e società incaricate. Del Ponte sullo Stretto, che unirebbe Calabria e Sicilia, non è stata ancora posta la prima pietra ma la sua storia è già lunga oltre mezzo secolo: nel 1971 il governo Colombo autorizzò la creazione di una società per la progettazione, la Stretto di Messina Spa, che fu costituita solo nel 1981, quando primo ministro era Arnaldo Forlani. Poi, a proporre e riproporre il progetto furono Bettino Craxi, nel 1985, e Silvio Berlusconi, che dal 2002 ne fece un mantra dei suoi programmi elettorali. La stroncatura arrivò con Mario Monti, che bocciò il progetto nel 2012 e sospese i contratti. La Stretto di Messina Spa fu posta in liquidazione. A riprendere in mano il Ponte è stato il governo Meloni che, già a pochi mesi dall’insediamento, ha affidato 50 milioni di euro alla Rete ferroviaria italiana per realizzare lo studio di fattibilità. Oggi, con il pronunciamento da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile , arriva anche il “sì” alla pubblica utilità dell’opera che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha annunciato ieri con toni trionfanti: “Se ne parla dagli antichi romani, sono le ultime norme e ultime firme che segneranno una pagina di storia”. Secondo Salvini, i lavori potrebbero cominciare già a settembre ma, con ogni probabilità, l’iter sarà più lungo, perché quello del Cipess non è davvero un “via libera” definitivo. La sua decisione dovrà essere ratificata anche dalla Corte dei Conti e, poi, a passare al vaglio sarà il progetto esecutivo, quello che spiega come materialmente costruire il Ponte, che ancora non è a disposizione. Dopodiché, si aprirà il fronte dei ricorsi, già promessi dai numerosi comitati contrari all’infrastruttura. La prima pietra, dunque, non è stata posta ma è già costata circa 300 milioni di euro, spesi in quarant’anni tra stipendi e costi di gestione della Stretto di Messina Spa. Il prezzo stimato dell’infrastruttura, invece, si aggira attorno ai 13,5 miliardi di euro. Ma come sarà fatto il Ponte sullo Stretto? E quanti lavoratori occuperà? In attesa del progetto esecutivo, qualche risposta la offre Webuild, azionista di maggioranza della società contraente Eurolink, che costruirà l’opera. 1 - è il ponte sospeso più lungo al mondo Il progetto prevede la costruzione di un ponte con una campata centrale, lungo complessivamente 3.666 metri, di cui 3.300 sospesi. Si tratterebbe del ponte sospeso pù lungo al mondo. Le due torri poste a terra per tenerlo in piedi saranno alte quasi 400 metri e peseranno 55.000 tonnellate, mentre l’impalcato avrà una larghezza di 60,4 metri. Il sistema di sospensione sarà formato da due coppie di cavi, per un totale di 44.323 fili di acciaio che sosterranno il traffico sia di veicoli sia di treni. 2 - Non dovrebbe chiudere al traffico per 200 anni Il Ponte unirà Calabria e Sicilia nel punto in cui le due sponde sono più vicine. Sugli oltre 60 metri di larghezza saranno presenti tre corsie stradali per senso di marcia , due binari ferroviari e due corsie di servizio. Secondo la società contraente, il Ponte resterà aperto per 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, per un totale di 200 anni di vita utile del progetto. 3 - Resisterà a venti superiori a 290 km/h La zona in cui sarà costruito il Ponte è sismica ed esposta a forti raffiche di vento. Dal punto di vista tellurico, Webuild non promette la resistenza dell’infrastruttura a scosse di magnitudo ben determinate sulla scala Richter, ma garantisce che “i ponti sospesi sono le opere più sicure, essendo strutture intrinsecamente poco sensibili ai terremoti”. E aggiunge anche che sono largamente impiegate “in aree a sismicità superiori rispetto allo Stretto, come la California e il Giappone”. Per quanto riguarda la resistenza ai venti, invece, il Ponte sullo Stretto è progettato – e testato – per resistere stabilmente a raffiche che raggiungono i 292 chilometri orari. Le simulazioni effettuate in galleria del vento – ricorda Webuild – superano di molto i venti più forti mai registrati nell’area, che in vent’anni di monitoraggio non hanno mai oltrepassato i 144 chilometri orari. 4 - Occuperà tra i 4mila e i 7mila lavoratori Il calcolo dell’occupazione generata dai cantieri del Ponte non è semplice. Nel 2024, il ministro Matteo Salvini aveva annunciato 120mila nuovi posti di lavoro, mentre Webuild parla oggi di 100mila “occupati complessivi”. In realtà, più che di posti di lavoro si tratta di Unità lavorative annue , che indicano la quantità di lavoro svolta da una persona impiegata a tempo pieno per un anno intero. La stessa società Stretto di Messina Spa ha stimato che la costruzione dell’opera richiederà 30mila unità lavorative annue, per quanto riguarda il lavoro diretto, e altre 90mila per il lavoro indotto. Per calcolare il numero effettivo di posti di lavoro, perciò, si devono dividere le 30mila Ula per i 7 anni di durata prevista del cantiere, raggiungendo – conti alla mano – la stima di circa 4300 nuovi occupati. Nei momenti di massimo sforzo, però, Stretto di Messina Spa ha stimato un picco di 7mila lavoratori necessari alla costruzione del Ponte. 5 - Saranno costruiti oltre 40 chilometri di strade e 3 stazioni Il Ponte sullo Stretto permetterà la costruzione di alcune opere complementari, necessarie per il collegamento dell’infrastruttura all’attuale rete dei trasporti. In Calabria, saranno realizzati collegamenti stradali per circa 10 chilometri, mentre un nuovo tratto ferroviario, lungo 2,7 chilometri, sarà costruito per unire l’opera alla linea tirrenica e alla futura alta velocità Salerno-Reggio Calabria. In Sicilia, invece, saranno costruiti altri 10,4 chilometri di strade e 17,5 chilometri di ferrovie, per collegarsi all’esistente rete Messina-Palermo e alla direttrice Messina-Catania-Palermo. A Messina, saranno realizzate anche tre stazioni in sotterraneo per collegare il Ponte al centro cittadino.

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Andrea Ceredani