Carceri, il 2024 si è chiuso con il più alto numero di suicidi

Il numero più alto di sempre: 89 persone si sono suicidate nelle carceri italiane nel 2024. Un numero che negli ultimi anni è sempre andato crescendo, e che fotografa situazioni drammatiche all'interno degli istituti penitenziari. Non solo i detenuti Secondo i dati riportati da Antigone, l'ultimo anno si è chiuso con un record che non si era toccato neanche nel 2022, quando 84 detenuti si erano tolti la vita nelle carceri italiane. Come si vede anche nel grafico, il numero è cresciuto quasi ogni anno dal 2019, complice anche la situazione creata dalla pandemia da Covid-19 all'interno degli istituti. Sovraffollamento, marginalità e condizioni degradanti: sono molte le cause dietro questo fenomeno. Un fenomeno che colpisce anche gli agenti della polizia penitenziaria: nel 2024 sette di loro si sono suicidati. Antigone, nel suo report di fine anno, ha sottolineato come molti dei detenuti che si sono suicidati erano molto giovani: alcuni di loro avevano già tentato di togliersi la vita. Gli istituti in cui si sono registrati più suicidi sono le Case Circondariali di Genova Marassi, Napoli Poggioreale, Prato e Verona. Le sezioni maggiormente interessate dal fenomeno suicidario sono state quelle a custodia chiusa, dove sono avvenuti quasi l’80% dei casi. "Gli eventi critici crescono tutti, e crescono in maniera più che proporzionale rispetto alla popolazione detenuta. Il carcere dei reparti chiusi dunque, del pugno di ferro e delle misure muscolari, come era prevedibile, è più conittuale e meno sicuro. Anche per chi ci lavora", il commento di Antigone ai dati del 2024. il sovraffollamento L'affollamento degli istituti penitenziari italiani, alla fine del 2024, era del 118%. Per capirci: i posti a disposizione sarebbero circa 51 mila, le persone detenute sono quasi 62 mila. Le condizioni di sovraffollamento cambiano poi da carcere a carcere e anche da regione a regione: quelle con i tassi più elevati sono Puglia , Lombardia e Veneto . Anche di questo tema si è discusso nella conferenza stampa di inizio anno della presidente del Consiglio Meloni che, rispondendo a una domanda riguardante l’appello del papa per un'amnistia, ha detto: "L'Italia intende fare la sua parte per consentire condizioni migliori a chi deve scontare una pena in Italia. Solo che la mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle carceri ma adeguando la capienza delle nostre carceri alle necessità, perché questo è quello che fa uno Stato serio". La presidente ha spiegato che è stato nominato un commissario straordinario all'edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7000 nuovi posti in tre anni a partire dal 2025. MADRI IN CARCERE I nodi che riguardano le carceri italiane sono molti, e tra questi c'è anche quello delle detenute con figli al seguito. Secondo il ministero della Giustizia, a fine anno erano 12: undici di loro sono donne straniere. Si tratta di mamme che spesso non hanno appoggi o una rete familiare in un Paese straniero, e per questo tengono con loro i propri figli. I bambini detenuti insieme alle loro madri si trovano perlopiù negli ICAM, istituti a custodia attenuata per madri. In Italia ce ne sono quattro attivi: Torino "Lorusso e Cutugno", Milano "San Vittore", Venezia "Giudecca" e Lauro. Quello di Cagliari invece, non risulta sia mai entrato in funzione.

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