A Chieri parte il Controllo di Vicinato, "ma non chiamatele ronde"

L’ultimo Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica itinerante della provincia di Torino si è tenuto a Chieri, paese di 36 mila abitanti a 15 chilometri dal capoluogo, al di là della verde collina torinese. E in questa occasione, nella biblioteca civica, è stato firmato tra Prefettura e Comune un Protocollo d’Intesa sul “Controllo di Vicinato”. "Non si tratta di un sistema di vigilanza attiva, ma di uno strumento finalizzato a coinvolgere i cittadini nel monitoraggio del proprio quartiere per prevenire la criminalità, il degrado urbano e il disagio sociale– precisa il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero – in questo modo rafforzeremo la sicurezza e valorizzeremo al massimo la collaborazione con i cittadini. Nel passato ci sono già state iniziative spontanee e informali, ora abbiamo definito un preciso quadro istituzionale, che prevede la formazione e il rispetto di un codice di comportamento". Non sono ronde "Non chiamatele ronde, mi raccomando – specifica con forza Biagio Fabrizio Carillo, ex tenente colonello dei Carabinieri, scrittore di noir, saggista, criminologo e dal settembre 2023 Assessore alla Prevenzione e Sicurezza del Comune di Chieri, vera anima di questo progetto – perché i gruppi saranno palestre di cervelli, non esibizioni di muscoli! Anzi, questo protocollo nasce proprio per scoraggiare iniziative spontanee, che potrebbero essere pericolose. Noi vogliamo promuovere una cultura della prevenzione e della solidarietà, creando reti di protezione per i più vulnerabili; pensate ad esempio agli anziani o alle persone sole. Si tratta di una forma di sicurezza partecipata, un aiuto alle forze dell’ordine da parte dei cittadini". Come funzionano i gruppi Chieri sarà divisa in 9 aree e per ognuna sarà individuato un coordinatore che guiderà il gruppo. Le figure devono ancora essere scelte. Saranno volontari. Potranno essere ex appartenenti alle forze dell’ordine, ad esempio, ma tutti possono candidarsi. Nelle prossime settimane, il Comandante dei Vigili urbani valuterà le candidature e dopo aver scelto i coordinatori, questi dovranno essere formati. Ogni coordinatore creerà su WhatsApp una chat in cui gli appartenenti a quel gruppo potranno fare segnalazioni. Ad esempio, auto sospette ferme da un po’ di giorni, allarmi sonori che suonano troppo spesso in una zona, persone che stazionano davanti alle case. Insomma, qualsiasi circostanza che possa insospettire. Il coordinatore riceverà questi messaggi e a sua volta, dopo una scrematura, avviserà le forze dell’ordine. "In nessun caso si potrà intervenire direttamente – sottolinea ancora Biagio Fabrizio Carillo – Non immaginatevi gruppi di persone che girano in strada a pattugliare. Questo è assolutamente vietato. Tantomeno potranno esserci stemmi o divise. Le persone che notano da casa qualcosa di sospetto, o si trovino casualmente in strada, avviseranno il coordinatore tramite la chat, nulla di più. Poi, non è da escludere che dopo la creazione di questi gruppi, che dovrebbero partire a febbraio 2025, possano esserci delle assemblee di cittadini nei vari quartieri, alle quali parteciperà anche la Polizia locale, per fare il punto della situazione". Acdv, l'Associazione Controllo del Vicinato A Chieri qualche gruppo spontaneo era nato già nel 2016. Ma le segnalazioni avvenivano sui social e più che altro contribuivano a creare allarme sociale. Anche per questo motivo si è pensato di istituzionalizzare questo processo, fanno sapere dal Comune. Questo è il primo protocollo del genere nella provincia di Torino. "In Italia ne esistono altri che hanno già dimostrato di funzionare bene – ci racconta Ferdinando Raffero, da sette anni presidente di ACdV, l’Associazione nazionale per il Controllo del Vicinato, nata nel 2015 – in particolare a Legnano, Varese, Asti e Novara. Da Chieri l’amministrazione comunale non ci ha ancora contattato, ma saremmo pronti a collaborare. Lì in paese noi abbiamo un gruppo attivo e dei cartelli che lungo la strada avvisano, soprattutto eventuali malviventi, che in quella zona è presente un nostro gruppo. Guardi, le prime telecamere intelligenti sono gli occhi dei cittadini. La nostra associazione è radicata in più di 500 comuni italiani. Noi vogliamo promuovere la condivisione degli spazi pubblici e, soprattutto, la coesione sociale. Abbiamo cambiato la mentalità dei cittadini e abbiamo insegnato a tante persone, con vari accorgimenti, a proteggere le proprie abitazioni: ma lei sa, ad esempio, quante informazioni importanti lasciamo nella spazzatura? O anche sui nostri social? Sono tutti dati rilevanti che i ladri sanno bene dove andare a trovare. E li sfruttano a loro vantaggio. Anche per questo i cittadini devono imparare a proteggersi, spesso siamo troppo superficiali. Restando sulla collina di Torino, le segnalo ad esempio quanto funzioni bene questa forma di controllo a Baldissero Torinese. Lì abbiamo 15 gruppi che mappano l’intero paese. Quindi sì, credo che sia molto positivo questo protocollo firmato a Chieri. E comunque sia chiaro: noi non abbiamo bisogno di Rambo sparsi nelle comunità, eh! Ma solo di cittadini che si prendano cura di se stessi e di altri cittadini come loro. Ad intervenire devono sempre essere le forze dell’ordine. Noi insegniamo solo alle persone a non girarsi dall’altra parte, ma fare la loro parte".

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