Sciopero medici e infermieri, adesioni fino all'85%. Nel weekend si fermano i treni
CronacaCamici bianchi oggi in piazza contro le risorse della Manovra, considerate inadeguate: a rischio 1,2 milioni di prestazioni sanitarie. In una lettera i sindacati chiedono un incontro alla presidente del Consiglio Meloni. Disagi per i treni Fs dalle 21 di sabato 23 novembre alle 21 di domenica 24 novembre. Cgil e Uil, dopo i rilievi del Garante, hanno escluso dallo sciopero generale del 29 novembre solo il comparto ferroviario
Sono 1,2 milioni le prestazioni sanitarie a rischio a causa dello sciopero nazionale di 24 ore dei medici, dirigenti sanitari e infermieri, che oggi manifestano in piazza Santi Apostoli a Roma. Le percentuali di adesione, riferiscono i sindacati, "sono molto alte, fino a punte dell'85% compresi gli esoneri previsti per legge. Un segnale importante che dovrebbe far riflettere sulle condizioni di lavoro inaccettabili negli ospedali e sulla condivisione delle ragioni della protesta". Tuttavia le sigle segnalano alcune difficoltà: "In buona parte dei servizi del SSN una percentuale di professionisti anche in molti casi superiore a quanto previsto dalla normativa vigente è stata esonerata dallo sciopero per garantire i contingenti minimi, impedendo quindi loro di astenersi dal lavoro - spiegano - Segnaliamo infine che circa il 20% delle Aziende non ha dato al personale disposizioni sul contingentamento minimo per lo sciopero, creando grandi difficoltà per circa 20.000 medici e 100.000 infermieri e professionisti sanitari".
Ma questa non è l’unica mobilitazione degli ultimi 10 giorni di novembre: nel weekend del 23 e 24 è stato proclamato da alcuni sindacati autonomi lo sciopero nazionale del personale ferroviario Fs, dalle 21 di sabato alle 21 di domenica, motivo per cui i treni potrebbero subìre cancellazioni o variazioni. Infine lo sciopero generale del 29 novembre, dal quale sono stati esclusi solo i treni.
Lo sciopero dei medici
La raffica di scioperi messi in campo per chiedere al governo di cambiare marcia sulla Legge di Bilancio comincia oggi dalla sanità. Sono scesi in piazza i medici e i dirigenti sanitari di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e gli infermieri e le altre professioni sanitarie del Nursing Up. A rischio - dicono le sigle - tutti i servizi di assistenza, esami radiografici (50mila), 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche. Garantite le prestazioni d'urgenza. I sindacati puntano il dito contro una Manovra considerata deludente, con risorse insufficienti: chiedono il finanziamento adeguato dei contratti e le assunzioni, criticano la mancata detassazione di una parte della retribuzione e la mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell'atto medico e sanitario.
La lettera a Giorgia Meloni
I sindacati poi in una lettera inviata a Giorgia Meloni chiedono un incontro urgente sui temi che hanno portato allo sciopero. "La nostra non è una protesta nata in modo estemporaneo ma affonda le radici negli anni passati, caratterizzati - sia a destra che a sinistra - da una visione politica della sanità pubblica estremamente miope che, di fatto, non tutela la salute dei cittadini. Abbiamo anche indetto una giornata di sciopero di 24 ore appena venuti a conoscenza della bozza della Legge di Bilancio, perché con essa si sancisce l'ennesimo dietrofront su impegni assunti dal Ministro Schillaci prontamente smentiti dal MEF che, senza discostarsi da logiche ultradecennali, continua a spadroneggiare in lungo e largo minando seriamente la salute dei cittadini italiani. È vero che l'attuale Governo ha stanziato più risorse in assoluto per il Fondo Sanitario Nazionale, ma le stesse sono spalmate nei prossimi 5 anni e, al netto dei rinnovi contrattuali, sono ben al di sotto del tasso inflattivo, quindi non in grado di sostenere un Servizio sanitario già in grande difficoltà. Questi finanziamenti sono appena sufficienti a mantenere lo status quo e non saranno certamente alcuni interventi legislativi a ridurre le liste di attesa senza un vero intervento strutturale di rilancio del SSN". "I cittadini sono arrabbiati perché la nostra sanità non assicura pienamente il diritto alle cure - scrivono Pierino Di Silverio Segretario,Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Nazionale Federazione Cimo-Fesmed Antonio De Palma, presidente Nazionale Nursing Up - i sanitari lo sono ancor di più perché sottopagati, denunciati e le aggressioni di tutti i giorni testimoniano che esiste una vera emergenza sociale che il Governo è tenuto a prendere in seria considerazione. Non si può migliorare l'offerta dei servizi ai cittadini senza rilanciare l'offerta sanitaria; non si possono ridurre gli interminabili tempi d'attesa continuando a mantenere il blocco del tetto di spesa sul personale; non si può tamponare, con finanziamenti spot, l'attuale emergenza sanitaria andando a finanziare quella sanità privata che sfrutta i propri dipendenti senza rinnovare loro i contratti di lavoro da quasi 20 anni, e che si ostina a non riconoscere loro il medesimo status contrattuale dei colleghi del pubblico impiego. Siamo tuttavia consapevoli dell'impossibilità di prevedere risorse illimitate per la sanità pubblica, e sosteniamo con forza la necessità di riformare, in modo strutturale e organico, il Servizio Sanitario Nazionale, senza però intaccare i principi sui quali esso è stato fondato: universalismo, uguaglianza ed equità". E inoltre, chiedono gli operatori: "Come si intende rendere nuovamente attrattivo per i professionisti della salute lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale? Non nascondiamo che quest'ultimo sia il tema che più ci sta a cuore, rappresentando e tutelando i diritti di medici, specializzandi, dirigenti sanitari, infermieri e professionisti sanitari". Medici e infermieri chiedono che "tutto l'arco parlamentare lavori unitariamente, mettendo da parte rivendicazioni ed egoismi e ponendo al centro dell'azione politica i bisogni dei pazienti e le necessità dei professionisti della salute".
Approfondimento
Manovra, per sanitari aumenti di stipendio troppo bassi: le cifre
Lo sciopero generale del 29 novembre
Cgil e Uil hanno escluso i treni dallo sciopero generale del 29 novembre dopo i rilievi del Garante, che è però tornato sulla questione chiedendo "di rivalutare con senso di responsabilità la protesta". Le sigle ieri hanno ribadito la conferma della protesta in tutti gli altri settori, compreso il trasporto pubblico locale, con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha avvertito: "Se tornerà lo sciopero selvaggio, come è stato l'ultima volta, senza le fasce di garanzia, interverrò direttamente come la legge mi permette di fare", ovvero con la precettazione. La Commissione di garanzia sugli scioperi aveva chiesto di escludere dallo stop i settori trasporti, sanità e giustizia, per la violazione della rarefazione oggettiva, ovvero di un intervallo minimo di 10 giorni tra gli stop già proclamati nello stesso settore da altre sigle. Ma Cgil e Uil hanno risposto escludendo solo il trasporto ferroviario dallo sciopero generale, proclamato dalle sigle per chiedere al governo Meloni e al Parlamento di cambiare una Legge di Bilancio "inadeguata", di aumentare salari e pensioni e di finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.