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Violenza donne, Meloni con Valditara. Schlein: "Tema patriarcato strumentalizzato"

Cronaca
©Ansa

Dopo le parole del ministro Valditara, secondo il quale "l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale",  il padre di Giulia Cecchettin ha replicato: "Non ne farei un tema di colore, ma di azione. Di concetto". E alla presentazione della campagna di sensibilizzazione #nessunascusa alla Luiss di Roma ha raccontato: "Per mesi ho sognato di arrivare a Fossò e salvarla"

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“La vita non finisce con un no, questo è un valore fondamentale che dovremmo dare, la vita ti pone sempre una scelta". Con queste parole Gino Cecchettin ha preso parte alla presentazione della campagna di sensibilizzazione #nessunascusa in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, all’università Luiss di Roma. Il padre di Giulia Cecchettin, assassinata un anno fa dall'ex fidanzato, ha parlato proprio del comportamento di Filippo Turetta: “Ha avuto un'escalation nel suo modo di comportarsi. È passato da fidanzato affettuoso a stalker omicida. In questo suo percorso non ha avuto modo di capire che stava facendo male a sé stesso per primo. Il processo di cambiamento è partito da lui, Giulia non lo sapeva fino all'ultimo giorno. Nelle nostre conversazioni io parlavo con Giulia e premevo perché lei chiudesse anche il rapporto di amicizia. Perché so come i maschi si comportano se hanno la possibilità di vedere la porta aperta, di continuare la relazione. Lei mi diceva 'papà Filippo non farebbe male a nessuno'".

Cecchettin: Fermare processo a monte”

Gino Cecchettin ha poi raccontato: "Per mesi ho sognato che arrivavo a Fossò dove Giulia ha sperimentato quello che sappiamo, la caricavo in macchina e la salvavo. In quei momenti pensavo a cosa scatenava questo". E ha aggiunto: "Io cerco sempre di empatizzare con tutti anche con chi mi ha creato dolore perché da papà ti dai tante colpe, pensi di non aver fatto abbastanza". Per Cecchettin si parla di pene e legislazioni ma “quando si arriva a commettere un atto del genere, l'essere umano non arriva a pensare a tanto, ha già deciso il suo comportamento indipendentemente da quello che sarà il suo futuro, come un corto circuito che viene generato da un processo che c'è a monte. Noi dobbiamo fermare il processo a monte".

Dolore per Giulia morta senza affetti vicino

"La cosa che mi ha addolorato di più e mi addolora - ha raccontato poi Gino Cecchettin davanti alla platea dell'università Luiss - è una cosa molto netta e semplice. Faccio il rapporto con la morte di mia moglie che è morta in casa tra le mie braccia, ma nell'ultimo istante di vita ha aperto gli occhi e ha visto me ed Elena e c'è stato un po' di gioia nel vedere i suoi affetti. Mi addolora immensamente che Giulia non abbia potuto vedere nei suoi ultimi istanti di vita qualcuno che amava vicino a lei". 

Le parole di Valditara

Sul tema della violenza sulla donne hanno suscitato polemiche le parole del ministro Valditara che ieri, proprio durante la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin alla Camera dei Deputati, aveva negato che la violenza sulle donne fosse collegata al patriarcato. "Deve essere chiara a ogni nuovo venuto, a tutti coloro che vogliono vivere con noi, la portata della nostra Costituzione, che non ammette discriminazioni fondate sul sesso. Occorre non far finta di non vedere che l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale", aveva detto il ministro dell'Istruzione. "La visione ideologica delle pari opportunità è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato, quella concreta è ispirata ai valori della Costituzione", aveva poi sottolineato. 

Gino Cecchettin già questa mattina in un'intervista concessa al Corriere della Sera aveva risposto a Valditara: "Vorrei dire al ministro che chi ha portato via mia figlia è italiano. La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi. Non ne farei un tema di colore, ma di azione. Di concetto”. "Il ministro ha parlato di soprusi, di violenze, di prevaricazione", ha sottolineato ancora il papà di Giulia, "è esattamente quello il patriarcato ed è tutto ciò che viene descritto nei manuali. Mi sembra solo una questione di nomenclatura. E la parola, oggi, che mette paura: 'patriarcato' spaventa più di 'guerra'". Si tratta, ha specificato, "di un problema sociale, non ideologico: quando ci riapproprieremo tutti del significato di questa parola, vorrà dire che avremmo fatto metà della strada". 

Meloni: "Immigrazione illegale incide su violenza su donne" 

Sul tema è intervenuta anche Giorgia Meloni che, in un punto stampa al margine del G20 a Rio de Janeiro, ha sostenuto quanto detto dal ministro Valditara. "Empowerment femminile e violenza sulle donne sono cose diverse", ha detto la premier. "La violenza sulle donne è un tema che siamo al di là dal risolvere. Le cause vanno affrontate tutte quante. Ci sono dati che parlano di un'incidenza significativa dell'immigrazione illegale di massa. E l'Italia continuerà a lavorare per fermarla. Ci sono anche altre cause su cui lavoreremo".

Schlein: “Patriarcato non c'è solo per chi non lo vede”

"Il patriarcato non esiste solo agli occhi di chi ha il privilegio di non vederlo. Strumentalizzare questo tema non sta portando alle soluzioni che servono". Questa la replica della segretaria del Pd Elly Schlein, ospite a Il cavallo e la Torre su Rai 3. "Oggi la destra ha rinviato il voto, noi ci stiamo a costruire strumenti di repressione, ma quello che manca è la prevenzione e il governo non ha fatto nulla su questo. Nessuna formazione specifica degli operatori perché non ci sia più mai una donna che va a denunciare e non viene presa sul serio, e anche sull'educazione alle differenze, all'affettività nelle scuole e da lì che bisogna partire. Il patriarcato lo vedi nel pregiudizio sessista che radica un'idea di avere diritto al possesso sul corpo, sul tempo, sulla vita delle donne. La destra fino ad ora non ha voluto fare un passo avanti". 

Piantedosi: "96 donne uccise quest'anno"

Alcuni dati arrivano dal ministro dell'Interno Piantedosi che, alla presentazione di #nessunascusa alla Luiss, ha detto che "dall'1 gennaio al 3 novembre di quest'anno, in Italia, sono stati registrati 263 omicidi: 96 vittime erano donne, 82 uccise in contesti familiari o affettivi e 51 per mano del partner o dell'ex partner". In questa direzione, ha aggiunto, "anche il nostro Paese si deve fare promotore di un messaggio inequivocabile e coraggioso: la violenza sulle donne continua ad essere un'emergenza da contrastare con ogni possibile soluzione".