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Pisa, uccise psichiatra Barbara Capovani: Seung condannato all'ergastolo

Cronaca

L'uomo ha confessato questa mattina davanti alla Corte d'Assise in udienza al Tribunale di Pisa di aver ucciso la psichiatra: "Confermo di essere l'aggressore di Barbara Capovani e di averla portata alla morte". Seung è stato anche condannato al risarcimento alle parti civili e alle spese processuali

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La Corte di Assise di Pisa ha condannato Gianluca Paul Seung all'ergastolo per l'omicidio volontario premeditato della psichiatra Barbara Capovani, aggredita nell'aprile 2023 all'esterno del Servizio psichiatrico diagnosi e cura dell'ospedale di Pisa e morta in seguito alle gravi ferite riportate. Seung è stato anche condannato al risarcimento alle parti civili e alle spese processuali

La confessione 

Durante l'udienza di questa mattina, Seung, 36 anni, ex paziente psichiatrico della vittima, ha confessato per la prima volta le sue responsabilità: "Confermo con coraggio e non con spavalderia di essere l'aggressore di Barbara Capovani e di averla portata alla morte il 21 aprile 2023 a Pisa nell'ospedale Santa Chiara di fronte al reparto di Psichiatria". "Ad aprile 2023, dato che le mie segnalazioni non avevano effetto, decisi di ripetere l'azione, come già nel 2012, e di sfregiare Capovani e vedere di smuovere le acque - ha aggiunto il reo confesso - Ricordo anche l'orario preciso erano le 17.53", descrivendo il suo odio nei confronti della psichiatra con farneticazioni su traffico di organi, cannibalismo, culti satanici e legami con la mafia. 

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La testimonianza

Decisiva è stata anche la testimonianza resa da una persona che, il giorno prima dell'aggressione, avrebbe interloquito con Seung all'interno della struttura ospedaliera. Sottoposto ad individuazione fotografica, il testimone aveva riconosciuto con certezza l'indagato. L'aggravante della premeditazione è stata contestata non solo in ragione del fatto che, il giorno prima, Seung avesse tentato di rintracciare la dottoressa Capovani indossando un abbigliamento specifico allo scopo di celare la propria identità, "ma dal fatto che lo stesso, avesse portato anche dei diversi capi di abbigliamento, indossati nella fase antecedente e successiva al fatto, contenuti verosimilmente all'interno di uno zaino che portava in spalla, così come l'arma del delitto, allo scopo di garantirsi la fuga senza destare sospetti". Le precauzioni adottate da Seung non erano state tuttavia sufficienti: infatti dall'analisi delle telecamere era stato possibile individuare la figura di Seung mentre, a volto scoperto, pochi minuti dopo la commissione del delitto viene immortalato mentre si allontanava a passo svelto in un punto distante circa 250 metri dalla scena del crimine.

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