Perché il tumore al seno sarà sempre più frequente in Italia? Tutti i numeri

Fin dagli anni Ottanta, ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno. Nata da una collaborazione tra l’American Cancer Society e la società farmaceutica Imperial Chemical Industries , l’iniziativa si è presto diffusa in tutto il mondo e ha preso la forma di una campagna internazionale organizzata dalle principali fondazioni e associazioni che si occupano di promuovere la prevenzione e raccogliere fondi per la ricerca su questa patologia. Tra queste realtà, in Italia troviamo ad esempio la Lega italiana per la lotta contro i tumori e la Fondazione AIRC. Il tumore al seno è infatti il tipo di cancro maligno più diffuso tra le donne in tutto il mondo, Italia inclusa: secondo l’ultimo report “I numeri del cancro in Italia 2023” dall'Associazione italiana di oncologia medica e dall'Associazione Registri Tumori, nel 2023 sono state stimate 55.900 nuove diagnosi nelle donne italiane. Nonostante lo studio evidenzi che la mortalità per questo tipo di tumore sia in calo, nei prossimi vent’anni si prevede un aumento dei casi di tumore alla mammella, che resterà il cancro più frequente nella popolazione femminile . Tra i principali fattori di rischio, gli autori del report sottolineano il consumo di alcol, anche in forma moderata. Diminuisce il numero di decessi Tra il 2007 e il 2019 sono state registrati 10.223 decessi in meno per tumore al seno rispetto a quelli attesi . Il cancro alla mammella è infatti uno dei tumori che registra uno dei cali di mortalità più significativi , insieme al tumore allo stomaco e a quello del colon-retto . Come viene spiegato nel report, nel caso del tumore al seno questo calo “è riconducibile ai programmi di screening ma soprattutto ai miglioramenti terapeutici, inclusi i progressi nella chirurgia e radioterapia oltre alle ormoni-chemio e immunoterapie”. Grazie a questi miglioramenti, la sopravvivenza netta a cinque anni dalla diagnosi di cancro alla mammella è dell’88%, mentre la probabilità di vivere ulteriori quattro anni dopo aver superato il primo anno dopo la diagnosi è del 91%. In totale, al 2023 le donne in vita in Italia con una diagnosi di tumore al seno erano 834.200. Il consumo di alcol come fattore di rischio Malgrado il calo della mortalità, nel 2022 in Italia 15.500 donne sono morte per il cancro al seno. L’alcol è uno dei principali fattori di rischio insieme all’età, lo stile di vita, la familiarità ed ereditarietà della patologia, la pregressa radioterapia a livello toracico o precedenti displasie o neoplasie mammarie e altri fattori riproduttivi, ormonali, dietetici e metabolici. Incrociando i dati sui decessi per cancro al seno con i dati di mortalità e quelli sugli stili di vita in Italia raccolti dall’Istat, una squadra di ricercatori ha stimato il numero di nuovi casi e decessi per tumore al seno attribuibili a un consumo moderato o elevato di bevande alcoliche. Per consumo moderato, i ricercatori intendono 1-2 bicchieri di bevande alcoliche al giorno, mentre per definire quello elevato è necessario superare i due bicchieri al giorno. Entrambe le categorie sono state calcolate sulla base delle raccomandazioni dei Centers for Disease Control degli Stati Uniti e del Ministero della Salute per l’Italia. I risultati dello studio rivelano che tra il 2015 e il 2019 al consumo moderato di bevande alcoliche nelle donne italiane sono risultate attribuibili circa 5.300 nuove diagnosi e 1.300 decessi per tumore della mammella. Nello stesso periodo, al consumo elevato di alcol sono risultati attribuibili 6.600 nuovi casi e 1.700 decessi. Le nuove diagnosi aumenteranno nei prossimi vent'anni Secondo le stime dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione e dello European Network of Cancer Registries , nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche in Italia aumenterà in media dell'1,3% per anno negli uomini e dello 0,6% per anno nelle donne. Questo aumento riguarderà anche i tumori più frequenti, come il tumore della mammella nelle donne , il tumore della prostata negli uomini e il tumore del polmone in entrambi i sessi . Stime che, secondo i ricercatori, invitano “sempre di più a rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico e a favorire la prevenzione primaria e secondaria dei tumori tramite il controllo dei fattori di rischio noti, a partire dal fumo di tabacco, dall’obesità, dalla attività fisica, al consumo di bevande alcoliche e alla necessità di favorire le vaccinazioni contro le infezioni note per causare tumori”.