Referendum Cittadinanza, è davvero troppo facile la raccolta firme online?

Martedì 24 settembre, intorno alle 16.15, il Referendum Cittadinanza ha superato le 500.000 firme online necessarie per sottoporre il quesito prima al vaglio della Corte Costituzionale e poi al giudizio degli elettori. Alcuni esponenti politici hanno però ridimensionato il significato di questo traguardo, puntando il dito sul contributo dell’elemento tecnologico. In poche parole, secondo alcuni sarebbe troppo facile raggiungere il mezzo milione di firme con la possibilità di aderire con l’identità digitale, ovviamente non prevista quando fu inserita questa soglia nell’articolo 75 della Costituzione. Se ne parlò anche nel 2021, quando i referendum per la cannabis legale e per l’eutanasia legale superarono le 500.000 firme grazie anche o solo alla possibilità di raccoglierle online. In quell’occasione, secondo i dati diramati dall’Associazione Luca Coscioni, il primo ottenne 607.627 firme digitali, il secondo 392.233, a cui si aggiunsero oltre 800.000 raccolte su carta. Non è tutto merito di internet Premesso che il rapporto fra gli italiani e la rete non è sempre semplicissimo , il successo del Referendum Cittadinanza è però stato merito non solo della tecnologia, ma anche della campagna di comunicazione, oltre che dell’interesse dei cittadini per il tema sollevato. Lo suggerisce il fatto che un gran numero di firme è arrivato in un periodo di tempo molto ristretto, dopo diversi giorni di calma. Nelle 24 ore tra le 16.15 di lunedì 23 e le 16.15 di martedì 24 settembre sono arrivate infatti oltre 180.000 firme, più di un terzo di quelle necessarie. Da un lato, quindi, effettivamente il mezzo tecnologico, sommato a una campagna di comunicazione efficace, permette exploit che sarebbero forse più complicati affidandosi alla sola carta. Ma è vero allo stesso tempo che, prima del successo del passaparola, la campagna ci aveva messo 12 giorni per raggiungere 50.000 firme, un ritmo che non avrebbe permesso di raggiungere il quorum. La possibilità di firmare con lo SPID insomma non è garanzia di successo, e lo dimostra anche anche il fatto che, in questo momento, delle 12 iniziative referendarie presenti sul sito del Ministero della Giustizia solo due, quelle su cittadinanza e autonomia differenziata, hanno raggiunto il numero di firme richiesto. Tutte le altre sono molto lontane dal traguardo, basti pensare che la più vicina è quella contro gli allevamenti intensivi, sottoscritta online da meno di 100mila persone, seguita da un’iniziativa contro la caccia, poco sopra alle 50.000 e quindi al 10% di firme necessarie. Le altre 8 sono ancora più lontane. Il fascino della carta La carta però non è stata abbandonata, né dai promotori né dagli elettori. Spesso le raccolte online corrono di pari passo alle raccolte cartacee, come è avvenuto con il referendum contro l’eutanasia del 2021 e con quello contro l’autonomia differenziata di cui sono state depositate le firme proprio in questi giorni. Nel primo caso il comitato organizzatore annunciò il deposito di 847.549 firme raccolte nei punti fisici e di 392.233 firme digitali . Gli organizzatori del referendum sull’autonomia differenziata invece hanno annunciato il deposito di 1,3 milioni di firme, ma la raccolta online si è chiusa a quota 553.915. Le firme cartacee sarebbero dunque molto più numerose di quelle digitali. Un dato interessante riguarda anche la demografia di chi sostiene i referendum online. Secondo i dati pubblicati dall’Associazione Luca Coscioni sul referendum per l’eutanasia legale del 2021, che ha organizzato sia una raccolta firme online che una su carta, coloro che hanno firmato digitalmente sono mediamente più giovani. Il 75% ha meno di 45 anni, mentre fra chi ha firmato su carta è il 64%. Inoltre, mentre su carta hanno firmato più uomini che donne, le firme online di elettrici sono più numerose . Può darsi che i dati della carta siano viziati dal fatto che riguardano solo un terzo circa delle firme totali raccolte nelle strade e nelle piazze , ma non osserviamo in questo caso differenze estreme tra carta e digitale.

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