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A Trieste inaugurato "Lets", il nuovo museo della letteratura che racconta città e autori

Cronaca

Con sede nello storico palazzo Biserini, raccoglierà l'eredità di due musei "gemelli", quello dedicato a Italo Svevo e quello a James Joyce

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C'è una nuova casa della letteratura a Trieste: si chiama "Lets" ed è il nuovo museo della letteratura della città. È stato inaugurato giovedì 12 settembre alla presenza del sindaco Roberto Dipiazza, dell'assessore alle politiche dell'educazione e della famiglia Maurizio De Blasio e dello scrittore e germanista Claudio Magris.

La sede è l'antico palazzo Biserini, dove si trova la biblioteca civica a lungo frequentata da Italo Svevo, e si prefigge di essere "la casa di tutti gli scrittori che hanno raccontato al mondo la  città, il suo mare e il suo territorio", ha spiegato De Blasio.

"Questo museo – ha sottolineato invece Claudio Magris -, non è solo un luogo da visitare per quello che espone: è anche un luogo dove ritrovarsi, lo dimostra il fatto che oggi siamo qui, tutti insieme. È un museo che ispira anche riflessioni sulla frontiera, un tema ricorrente per la letteratura triestina: dopo Svevo penso a un gigante come Umberto Saba, e penso agli autori e autrici molto più giovani di me che hanno forte legame con la città e il suo mondo".

Cosa aspettarsi

Lets raccoglie l'eredità di due musei "gemelli", quello dedicato a Italo Svevo e quello a James Joyce. In Lets ci saranno entrambi in una veste nuova, esibita dopo un totale riallestimento, ma ci sarà anche il nuovo museo Saba dedicato al poeta che, con i primi due, completa un ideale dream team della scena letteraria fiorita a Trieste dal Novecento ad oggi. 

Ma Lets ospiterà documenti e libri su intere generazioni di letteratura triestina: da Scipio Slataper e Claudio Magris, da Susanna Tamaro e Boris Pahor a Mauro Covacich, Giani Stuparich, Pier Antonio Quarantotti Gambini, Fulvio Tomizza e tanti altri.

Sala principale è "La Libreria degli Scrittori", che con scaffali alle pareti, totem girevoli, spazi promozionali per le nuove (e le vecchie) uscite, cassetti espositivi per i documenti e postazioni multimediali racconta le opere di tanti autori, esponendo anche chicche come il primo libro letto da Claudio Magris, donato da lui stesso: una copia de I misteri della Jungla nera di Salgari, edizione Vallecchi 1938.

Visitando il Museo ci si imbatterà poi ne L'Edicola della Storia, uno spazio al cui centro capeggia un chiosco di giornali, lo sfondo senza il quale molta della letteratura legata a Trieste resterebbe incomprensibile. Due gigantografie a parete mettono in dialogo la città di ieri e di oggi vista dall'alto e accolgono i visitatori assieme a due citazioni tratte da guide turistiche, che, a quasi duecento anni di distanza l'una dall'altra, invitano a immergersi nelle storie della città, a "staccare l'ombra da terra in una giornata di bora" come scrive Federica Manzon per i percorsi d'autore del Touring.