Scuole “da maschi” e scuola “da femmine”. Le superiori e il divario di genere

Maschi di qua, femmine di là. Accade nei bagni pubblici. Succede anche per le scuole superiori. Quando, per la prima volta da che si sono seduti davanti ad un banco, i ragazzi e le ragazze del nostro Paese sono chiamati a scegliere, i loro percorsi tendono a dividersi abbastanza nettamente lungo linee di genere. Forse anche troppo nettamente, considerando che la scelta è piuttosto precoce e che gli indirizzi proposti possono essere assai specifici. Per capire quanto possano divergere gli orientamenti di alunni e alunne, basta guardare alle iscrizioni alle superiori nell’anno scolastico 2022/23 . Perché ormai da tempo nel nostro Paese si sono delineate delle scuole “da maschi” e delle scuole “da femmine”. O almeno così sembrano essere percepite dai diretti interessati. Vediamo. Che genere di scuola? Prendiamo il liceo artistico e il liceo classico. Nello scorso anno scolastico le iscrizioni a questi indirizzi sono state soprattutto femminili: rispettivamente 75% e 70%. Vale a dire sette ragazze ogni tre ragazzi. Per non parlare del linguistico, dove risultavano arruolate al primo anno oltre 31mila femmine contro meno di 10mila maschi, per una prevalenza “rosa” intorno al 76% . E se queste percentuali a favore delle fanciulle sembrano molto alte, va detto che non sono neanche le più grandi nel panorama della scuola superiore italiana. Perché il liceo delle scienze umane rivela una disparità ancora più forte. E tutta, di nuovo, a favore delle studentesse: quasi 47mila contro quasi 11mila studenti iscritti al primo anno nel 2022/23. Tradotto in percentuale, fa 81 per cento femmine, 19 per cento maschi. Ma se liceo artistico, classico, linguistico e scienze umane sono, per qualche ragione, scuole gradite alle ragazze, quali sono quelle preferite maggiormente dai ragazzi? Per trovare un simile livello di disparità, ma a favore dei fanciulli, bisogna spostarsi sugli istituti tecnici, quelli a indirizzo tecnologico. Al primo anno nel 2022/23 gli iscritti a questo indirizzo di scuola registrati all’anagrafe come cittadini di sesso maschile erano 95mila contro 22mila di sesso femminile. Detto in altro modo: 80% contro 20%. Maggiore equilibrio, invece, se si guarda agli istituti tecnici a carattere economico: qui gli studenti superano le studentesse ma solo di poco: 33mila contro 31 mila. E lo scientifico? Tra i licei è l’unico indirizzo dove i maschi risultano più numerosi. Lo scorso anno si contavano circa 79mila alunni maschi iscritti alla prima classe rispetto a 56mila alunne: 58% contro 42%. Una differenza a favore di un genere di una certa rilevanza anche se non così ampia come in altri tipi di scuola, come abbiamo visto. Lo “scientifico”, insomma, per quanto a prevalenza maschile resta, tra i licei che attirano il maggior numero di iscritti, quello con la minore differenza numerica tra i generi. Bivio terza media Scuole “da femmine” e scuola “da maschi”, dunque. Da qualunque lato si guardi la questione, le scelte degli studenti italiani sembrano orientarsi in modo abbastanza pronunciato anche per linee di genere. E queste linee di genere sembrano seguire in qualche modo linee di interesse. Da una parte i licei prevalentemente umanistici dove prevalgono nettamente le ragazze. Dall’altra le scuole con una caratterizzazione scientifica, matematica e tecnologica dove i maschi sono chiara in prevalenza. Se queste divaricazioni non sorprendono è perché confermano tendenze, diciamo anche stereotipi, a cui abbiano finito per abituarci. Allo stesso tempo, però, pongono degli interrogativi a un sistema scolastico in cui le differenziazioni sono così marcate e avvengono assai presto nel corso della carriera scolastica degli studenti. Il nostro, dopo tutto, è uno dei Paesi al mondo in cui la differenza di prestazioni in matematica tra ragazzi e ragazze è più ampia. A conferma che il problema esiste. E prima o poi bisognerà cominciare ad affrontarlo seriamente.