Estate rovente dei treni italiani? La conferma arriva dai dati

“L’estate infernale in treno”. “L’estate nera dei trasporti”. “Troppi treni e rete sotto stress: disastro annunciato dell’estate dei ritardi”. “Alta Velocità, treni sospesi e aumenti fino a 2 ore per cantieri”. Sono solo alcuni dei titoli giornalistici che durante luglio e agosto hanno denunciato i problemi e le difficoltà del trasporto ferroviario tricolore. E sì, certo, parole e toni simili si potrebbero trovare pure negli anni precedenti perché, si sa, l’accoppiata ferie estive e rotaie in Italia produce spesso scintille. Eppure, anche in un contesto storicamente non proprio roseo, l’impressione è che i mesi estivi del 2024 siano stati eccezionali. E non in senso positivo. E ora, oltre all’impressione degli utenti e delle testate giornalistiche, arriva pure la conferma dei numeri. I quali mostrano che, almeno rispetto alle estati più recenti, quella del 2024 in effetti spicca. Ovviamente in negativo. I ritardi Ma andiamo per ordine. Perché i problemi dei treni dell’estate in corso si possono apprezzare - si fa per dire - sotto tanti punti di vista. Il primo che viene alla mente è quello dei ritardi. Parliamo di convogli a media e lunga percorrenza, ovvero EuroCity, InterCity e Frecce. Bene, secondo i dati raccolti quotidianamente dal sito Trainstats ed elaborati da Sky Tg24, nei mesi di luglio e agosto appena trascorsi, tutte e tre le categorie hanno fatto registrare una percentuale di arrivi in ritardo superiore a ciascuno degli ultimi due anni nello stesso periodo. Il peggioramento, si diceva, vale per tutte le tipologie di treni ma è decisamente più ampio per le Frecce. Si è passati da circa il 35% di ritardi del 2022 e del 2023 al 46% dell’estate 2024. Un salto di oltre 10 punti percentuali. Va un po’ meglio, ma solo se ci accontentiamo, per gli InterCity: il peggioramento in questo caso è “solo” di 8 punti percentuali. Quei minuti in più Abbastanza per giustificare i termini utilizzati nei titoli da cui siamo partiti, che evocano disastri e inferni? Non sappiamo, perché qui si entra nel campo delle opinioni. Intanto la matematica, che alle opinioni è notoriamente allergica, suggerisce che il dato sui treni in ritardo debba avere anche un impatto sui minuti di ritardo. E infatti, puntualmente anche questi risultano in crescita soprattutto per le Frecce. Il salto, per quanto riguarda questo tipo di treni, è consistente: oltre il 30% in più rispetto al 2022. Mentre per gli InterCity i minuti di ritardo sono cresciuti di quasi il 20%. Quanto al ritardo medio dei treni attardati, il dato è salito di 3 minuti per gli InterCity ed è rimasto immutato per le Frecce . Le cancellazioni Ma la valutazione dei disagi patiti dagli utenti dei treni non passa solo dai ritardi accumulati. Come sanno tutti quelli che frequentano le stazioni , i problemi per chi si sposta su rotaia possono arrivare anche dalle cancellazioni. Risultato: anche su questo fronte, i numeri suggeriscono che i mesi caldi del 2024 sono stati in realtà caldissimi. L’aumento rispetto al 2022 e al 2023 risulta notevole in tutte le tipologie di treni prese in considerazione. Le cancellazioni - vale a dire i treni completamente soppressi - e le riprogrammazioni - ovvero treni parzialmente cancellati magari per una tratta, anche piccola, di un percorso più lungo - risultano molto più numerose quest’anno rispetto ai precedenti. Per quanto riguarda le Frecce sono passate da 54 nel 2023 a 138. Per gli InterCity da 136 a 160. Non esattamente incrementi da poco sui quali potrebbero aver inciso i molti lavori programmati sulla rete ferroviaria. Di nuovo, abbastanza per parlare di “disastro” o evocare uno scenario “infernale”? Forse ma dipende dai punti di vista. Di certo abbastanza per ritenere che, rispetto agli standard degli ultimi anni, quella del 2024 è stata effettivamente un’estate quantomeno particolare.