Pompei e il record di ingressi, il direttore: "Vi spiego perché non è overtourism"

Con circa 345mila visitatori dal 1° agosto, di cui 15mila solo a Ferragosto, l’area archeologica di Pompei si conferma ai vertici del turismo del nostro Paese. Ed è tra i siti più conosciuti al mondo. Gabriel Zuchtriegel è il direttore del parco archeologico di Pompei dal 2021. Definisce Pompei la capitale mondiale dell’archeologia. Direttore vi aspettate di realizzare un nuovo record dopo quello dei 4 milioni di visitatori nei siti nel 2023? Da gennaio a giugno viaggiamo sopra i dati del 2023, che è stato un anno record. Contiamo di superare quelle cifre a fine 2024, c’è una tendenza molto positiva. Siamo impegnati su molti fronti per capire come aumentare la qualità dell’esperienza. Siamo convinti che tutto questo non si deve trasformare in una forma di turismo di massa, il fenomeno dell’overtourism. Noi però abbiamo ampi spazi e possiamo fare crescere il turismo, ma dobbiamo rinforzare la rete per evitare che ci siano dei punti negli scavi dove tutti si concentrano mentre altre meraviglie restano meno frequentate. Questo vale sia per Pompei, dove stiamo creando un percorso sull’anello verde dell’antica fortificazione sulle mura, sia per altri siti che sono presenti sul territorio. Vogliamo creare una grande Pompei, che non è solo la città antica, ma tutto il territorio e le ville. Quello che noi archeologi sappiamo va raccontato e va data la possibilità di raggiungere questi luoghi in maniera inclusiva e su questo siamo investendo molto. E poi ci sono i nuovi scavi a Oplonti, parte della villa di Poppea ancora da esplorare, e Civita Giuliana che è un sito in passato saccheggiato dai tombaroli, che insieme alla procura di Torre Annunziata, viene recuperato scavato e indagato. Sarà un nuovo sito visitabile della grande Pompei. Questo è quindi un momento storico per Pompei. Sono tanti i cantieri aperti sia dentro la città che fuori. Si tratta di un’area mai raggiunta? Oggi a Pompei si scava in un’area così vasta come mai era successo negli ultimi 70 anni. Sono tante le nuove scoperte. Ci sono gli affreschi del Salone Nero e della Casa dei Pittori, le tante tracce sulla vita quotidiana. Le stanze degli schiavi della villa suburbana di Civita Giuliana ci hanno restituito l’arredo, i mobili, gli oggetti di uso quotidiano. Usiamo la tecnica dei calchi, che esiste solo a Pompei, che consiste nel riempire i vuoti lasciati dai materiali deperibili nella cenere indurita con il gesso per ricostruire la forma dei corpi delle vittime e gli oggetti che non ci sono più. Penso anche ai disegni dei bambini che abbiamo trovato nella Insula dei Casti Amanti, che abbiamo studiato insieme ai colleghi della neuropsichiatria infantile della Federico Secondo di Napoli. I disegni ci hanno dato tante informazioni su questi bambini di 5, 6 anni. La loro età l'abbiamo scoperta studiando come raffigurano il corpo umano: dalla testa escono direttamente le gambe e le braccia. I nostri bambini ancora oggi disegnano così la figura umana, E c’è anche una piccola mano contornata, disegnata su una parete, che ha confermato l’età del bambino che disegnava. È cambiata molto anche la comunicazione delle nuove scoperte. Come? Noi, da un anno e mezzo, ogni volta che c’è una novità che condividiamo con il pubblico, pubblichiamo sempre contestualmente un primo inquadramento scientifico su una rivista in rete che abbiamo appositamente creato. Vedendo il grande interesse per Pompei abbiamo ritenuto di dover fornire sin dall’inizio anche una base scientifica con dati verificabili e, perché no, anche contestabili. Noi esponiamo le basi delle nostre ipotesi, in modo che chi voglia avanzare altre ipotesi lo possa fare. Questa novità ha riscosso molto successo, non solo nella comunità scientifica, ma anche tra i giornalisti e il pubblico. Cerchiamo di rendere tutto comprensibile. Americani sempre più affascinati da Pompei. In programma negli Stati Uniti ci sono due mostre sull’origine degli scavi. Dopo gli italiani, gli americani sono i più grandi frequentatori di Pompei. Per loro fa parte della esperienza Italia. Nel loro immaginario ci sono Roma, Firenze, Venezia, Pompei e sempre di più Napoli che sta vivendo un momento di grande fervore. Ha fatto discutere la visita negli scavi di Madonna che ha voluto festeggiare a Pompei i suoi 66 anni. È stato lei in prima persona a guidare la visita. Come è andata? È andata benissimo. Ho guidato io la visita e poi c’è stato questo momento toccante quando Madonna si è commossa ascoltando una performance dei 30 ragazzi e bambini di "Sogno di Volare", un progetto di teatro del Parco archeologico per coinvolgere i giovani del territorio. Madonna ha scelto di sostenere questo progetto con una importante donazione, finanziando interamente la prossima stagione. Questa scelta dimostra una grande visione e sensibilità. È stato un momento molto bello anche se non è stato facile da organizzare e comunicare perché non è quello che ci si aspetta da un parco archeologico. Ho chiesto a Madonna di tornare, la inviteremo a maggio 2025 per la messa in scena dello spettacolo. La scrittrice Elodie Harper, autrice della trilogia ambientata negli scavi, oggi ha detto di avere scelto Pompei perché è il sito che offre "un accesso senza precedenti al passato quotidiano". Quello che affascina archeologi e scrittori è questa ambivalenza: una città meravigliosa, dove si vedono le tracce dei grandi monumenti e della vita quotidiana, e una terribile catastrofe che è costata molte vite. Visitando il sito ci sono sia la bellezza della vita sia gli ultimi momenti prima della catastrofe e della distruzione. Nel 2025 aprirete il Pompeii Children’s Museum, uno spazio dedicato ai bambini. Come coinvolgerete i più piccoli alla scoperta dell’archeologia? Siamo già partiti con le attività per i bambini, e dal 2025, ci sarà uno spazio fisico per dare un luogo a questa iniziativa. Avendo lavorato come guida in passato ho capito che i bambini sono estremamente esigenti perché sono onesti, se si annoiano te lo dicono subito. Ma quando gli interessa una cosa allora è una gioia lavorare con loro. Spesso quello che noi pensiamo per i bambini, per raccontare una storia, poi piace anche ai grandi. Sarà un museo che aiuterà le famiglie anche perché Pompei è grande e non è facile organizzare una visita. È pensato sia per fare cose insieme a tutta la famiglia, sia per poterli lasciare a fare le attività mentre gli adulti proseguono la visita.