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Gettata dal cavalcavia a Padova, il pm: “Compagno ha perso la testa per nozze annullate”

Cronaca

Andrea Favero ora è in stato di fermo per omicidio volontario. La scorsa notte sotto interrogatorio ha fatto alcune ammissioni al pm: "Non ricordo lei che cade, a casa mi sono addormentato subito". Stando alle testimonianze di amici e parenti la coppia, che ha un figlio piccolo, era in crisi da tempo. "Dovevano sposarsi a settembre ma lei ha annullato tutto. Andrea era geloso e possessivo", ha raccontato un amico

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Non si era gettata volontariamente dal cavalcavia dell'autostrada Giada Zanola (chi era), il cui corpo è stato trovato all'alba di ieri sulla A4, straziato dai veicoli in transito, a Vigonza (Padova). La donna è stata uccisa dal compagno, che l'ha fatta precipitare sulla carreggiata: è stata buttata dal ponte, precipitando da una quindicina di metri. La svolta, in quello che sembrava un suicidio, è giunta nella notte, al termine delle indagini degli agenti della Polstrada di Padova e di Venezia e dalla Squadra mobile della Questura di Padova. Andrea Favero, 39 anni, che ha fatto alcune ammissioni al pm, è stato fermato per omicidio volontario. La coppia, che ha un bambino di 3 anni, era da tempo in crisi e il femminicidio sarebbe avvenuto proprio durante l'ennesimo litigio, al culmine del quale l'uomo avrebbe spinto la vittima giù dal cavalcavia. Alcune automobili sono riuscite ad evitare il corpo, ma poi la donna è stata travolta mortalmente da un camion. 

Favero interrogato: "Non ricordo se e come ho reagito"

Favero è stato interrogato in carcere. "Io non ho memoria precisa di come si siano svolti i fatti ieri notte ho come un vuoto", ha raccontato agli inquirenti. I suoi ricordi iniziano però con la conferma del litigio scattato nella notte tra martedì e mercoledì. "Ricordo che eravamo a casa...poi però abbiamo cominciato a litigare e Giada si è allontanata a piedi verso il cavalcavia che passa sopra l'autostrada che dista circa un chilometro da casa nostra. Io ho preso l'auto e l'ho seguita raggiungendola dopo pochi metri da casa e facendola salire per portarla a casa". E ha aggiunto: "Continuavamo a litigare, nel senso che lei mi sbraitava addosso come spesso ultimamente faceva dicendo che mi avrebbe tolto il bambino e non me lo avrebbe più fatto vedere", bimbo che "è la mia ragione di vita" spiega al sostituto procuratore di Padova Giorgio Falcone. "A quel punto ricordo che siamo scesi dall'autovettura, ma qui i ricordi si annebbiano perché ricordo solo che mi continuava a ripetere che mi avrebbe tolto il bambino, ma non ricordo se e come ho reagito. Non ricordo se siamo saliti sul gradino della ringhiera che si affaccia sull'autostrada che funge da parapetto". E conclude: "Sono tornato a casa da solo, di quel momento non ricordo altro, so solo che ho pensato subito a mio figlio e al fatto che lo avevamo lasciato a casa da solo, cosa che non era mai successa, per cui sono tornato immediatamente a casa. In quel momento io avevo solo mio figlio nella testa e non ricordo di avere mai pensato a cosa fosse successo a Giada. Mi sono addormentato quasi subito". 

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Pm: "Messaggio alla vittima messa in scena per depistare"

L'interrogatorio prosegue però con alcuni dettagli che non hanno convinto gli inquirenti. "Alle 7.30 - ha raccontato Andrea Favero - ricordo di essermi svegliato e di essermi accorto che Giada non c'era tanto è vero che le ho mandato un messaggio chiedendole se fosse già andata al lavoro e dicendole che non ci aveva nemmeno salutato come era solita fare". Il pm di Padova Giorgio Falcone ha confermato la presenza del messaggio (ore 7.38) nella chat sul telefono dell'indagato: "Sei andata al lavoro?? Non ci hai nemmeno salutato!!". Per il sostituto procuratore , però, "appare evidente che i contatti telefonici e i messaggi presenti sul suo cellulare rappresentino una messa in scena". 

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Pm: "Favero ha perso la testa per matrimonio annullato"

Andrea Favero "ha subito una serie di "colpi" che lo hanno caricato al punto di perdere completamente la testa e uccidere la Zanola". Lo scrive il pm nel decreto di fermo. Tra questi "l'annullamento delle nozze già fissate per il 21 settembre 2024, con tanto di vestiti, anelli e partecipazioni già pronte, come riferito dalla madre dell'indagato". Ma anche "i problemi economici; la vita da separati in casa; la relazione parallela apertamente instaurata dalla Zanola con un altro uomo; il cambio di lavoro che avrebbe reso quotidiana la frequentazione con quest'ultimo; la possibile fine della convivenza che avrebbe impedito all'indagato di avere rapporti;  il pensiero di non avere una via d'uscita: "Voglio solo aggiungere che Giada per via di mio figlio mi teneva in pugno ed io non potevo fare altro che stare li'", come dichiarato dallo stesso indagato". Inoltre il Pm cita "la rottura delle fotografie da parte della Zanola durante il litigio del 27 maggio 2024 (nel corso della perquisizione le foto strappate sono state recuperate e sequestrate), che rappresentava plasticamente la separazione tra lui e la donna e tra lui ed il figlio e le continue minacce della Zanola di togliergli il figlio e non farglielo più vedere, reiterate anche e soprattutto pochi istanti prima dell'omicidio". 

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La vittima

Giada Zanola, 34 anni, era originaria di Brescia, stava per iniziare un lavoro in un impianto di distribuzione di carburanti. Il compagno lavora come camionista. A concentrare le indagini sul compagno sono state le contraddizioni da lui stesso dette durante l'interrogatorio ma anche le immagini delle telecamere puntate sul tratto della A4, in direzione Milano, e dello stesso sovrappasso autostradale di Vigonza. L'autopsia appurerà se la 34enne sia stata stordita o abbia perso i sensi venendo malmenata prima di essere gettata oltre la recinzione del ponte autostradale. Quando i poliziotti sono andati a cercare l'uomo nell'abitazione della coppia, hanno notato che aveva lividi e escoriazioni sui polsi, forse i segni di difesa di Giada in precedenti episodi. Secondo gli investigatori, Favero avrebbe alzato le mani altre volte sulla compagna, ma questa non aveva mai sporto denuncia.

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Nozze annullate

I due dovevano sposarsi a settembre ma poi lei aveva annullato tutto. A raccontarlo è un amico di Andrea Favero alla trasmissione di Rai1 La vita in diretta. "Aveva annullato le nozze perchè non se la sentiva più. Andrea era gelosissimo e possessivo. Giada una ragazza solare, che aveva voglia di vivere". La 34enne, sempre secondo gli amici, non aveva mai manifestato propositi suicidi, "anche perchè era molto attaccata al suo bambino, una vera mamma". In ogni ogni caso la ragazza "aveva già detto al compagno che voleva chiudere la storia". 

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Il fratello: "Giada non parlava di violenze"

"Qualche litigio, come in tutte le coppie, ma Giada non ci aveva mai detto che lui fosse stato violento o che la situazione fosse grave". Lo ha detto Daniel Zanola, il fratello di Giada. La famiglia della vittima abita a Brescia e il fratello parlando del compagno della sorella ora in arresto dice: "Anche con noi Andrea era sempre tranquillo e gentile. Non sappiamo cosa sia successo, devo andare a parlare con la Polizia per capire". 

Sindaco: "Pensiero particolare al figlio"

"E' una notizia che ci lascia basiti e senza parole, di una famiglia che era venuta a vivere a Vigonza da poco più di un anno. La mia solidarietà va ai familiari di Giada ma un pensiero particolare al figlio di 4 anni che frequenta un asilo parrocchiale del nostro territorio, e per cui ci mettiamo a disposizione, come amministrazione ma anche come comunità, per un sostegno di qualsiasi natura". Lo ha detto ai giornalisti il sindaco di Vigonza (Padova), Gianmaria Boscaro. "Conosco la famiglia di lui che è di Vigonza - ha aggiunto - una famiglia ineccepibile su cui non abbiamo nulla da dire, inserita nella comunità. Né lui né lei invece erano conosciuti dai vicini. Anche i vicini ci hanno detto di averli visti poche volte". 

Zaia: "Crimine orrendo"

"Dobbiamo dirlo con fermezza, insegnandolo a tutti, dai bambini fino agli adulti: la violenza sulle donne è un crimine orrendo. Siamo di fronte a una catena di sangue che non dobbiamo e non vogliamo considerare interminabile. Nuovamente ci troviamo di fronte alla sconvolgente notizia di una donna, una giovane mamma, che in una circostanza che poteva sembrare un suicidio sarebbe stata, invece, uccisa dal compagno che è già stato fermato con l'accusa di omicidio volontario". Così il presidente del Veneto, Luca Zaia. "Se confermato - premette Zaia - siamo nuovamente a confrontarci con una morte inquietante che rilancia ancora una volta interrogativi profondi e ci impone di mantenere alta una riflessione sociale che superi la cronaca e impedisca di abituarci alla cruda realtà di simili tragedie. Esprimo i sentimenti di vicinanza ai familiari, alle amiche e agli amici in questa sofferenza, in particolare penso al piccolo figlio di tre anni che ha perso la mamma e, di fatto, la famiglia". E conclude: "Con la morte di Giada il Veneto è di nuovo in lutto, come nei giorni di Giulia, Vanessa, Sara e di altre ancora prima di loro. Potrebbe essere il quarto femminicidio solo nei pochi mesi a cavallo tra l'anno scorso e questo; una contabilità inaccettabile che fa accapponare la pelle e indignare".

A4 - ©Ansa