Autovelox non omologati, come riconoscerli per fare ricorso contro le multe
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Le sanzioni ricevute a causa di immagini catturate da apparecchi non omologati potrebbero essere annullate. A deciderlo è stata una sentenza della Cassazione. Ecco cosa occorre sapere
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- Le multe per eccesso di velocità rilevate sulle strade italiane attraverso apparecchiature non omologate, potrebbero essere annullate. È la conseguenza che rischia di derivare da una sentenza della Corte di Cassazione la quale ha accolto l'impugnazione di un avvocato di Treviso che, da automobilista, aveva ricevuto una sanzione per aver viaggiato a 97 chilometri orari dove il limite è di 90
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- Le motivazioni della Suprema Corte risiedono nel fatto che le apparecchiature sarebbero state autorizzate dal ministero delle Infrastrutture ma non sottoposte dallo stesso governo a una verifica tecnica più puntuale necessaria alla loro omologazione. Vi sarebbe in sostanza un vuoto normativo che, in assenza di correzioni, metterebbe al riparo d'ora in poi da conseguenze pecuniarie gli automobilisti colti dagli autovelox per ora giudicati non regolamentari
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- La Repubblica ha intervistato Emanuele Ficara, un avvocato esperto in contestazioni di violazioni del Codice della Strada. Il legale spiega che “l’omologazione accerta che il macchinario rispetti i requisiti tecnici previsti dalla normativa e ne consente la riproduzione in serie. L’approvazione, invece, consiste nell’autorizzazione del prototipo secondo degli standard definiti"
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- Secondo l’avvocato, la legge non è chiara riguardo l'approvazione e l'omologazione che vengono trattate come fossero la stessa cosa. Ma la sentenza della Corte ha stabilito l’esistenza di una differenza netta e sostanziale. Il problema è che se non viene verificato che tutti i macchinari possiedono le stesse caratteristiche ci potrebbero essere delle disparità nella rilevazione della velocità
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- Quando arriva una multa per eccesso di velocità, si può verificare su internet se esistono delle pronunce su quell’autovelox, altrimenti si può fare un accesso agli atti e verificare se quell’apparecchio ha un certificato di omologazione. In alcuni casi il Comune potrebbe anche aver messo a disposizione queste informazioni online
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- Per fare ricorso ci si può rivolgere al Prefetto entro 60 giorni dalla sanzione oppure alla stessa amministrazione che ha fatto la multa
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- Un’altra modalità di ricorso è davanti al giudice di pace entro 30 giorni dalla sanzione. In questo modo si apre un contenzioso, perché viene chiamato in causa il Comune o chi ha installato l’apparecchio
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- Per il ricorso al Prefetto si ha più tempo, due mesi invece di uno, e non si paga la marca da bollo. Al giudice di pace ci si deve invece rivolgere entro 30 giorni dalla multa, si paga la marca da bollo, in compenso possono essere chiesti anche degli accertamenti tecnici che potrebbedimostrare che un apparecchio oltre a non essere omologato era anche difettoso