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Lecce, bambina disabile lasciata sola nel bagno della scuola per 40 minuti

Cronaca
©Getty

La madre della piccola, nove anni, ha ricevuto una chiamata dall'istituto e, una volta arrivata, si è accorta che la figlia aveva bisogno d'aiuto. Ma le educatrici non sono autorizzate ad assistere gli alunni disabili in bagno

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“Non c’è più umanità e temo per il futuro di mia figlia”. Sono queste le parole di una mamma leccese a commento della vicenda che ha visto protagonista la sua bimba di nove anni, affetta da una malattia genetica rara che le causa disturbi comportamentali e difficoltà a camminare. La bambina, iscritta alla classe quarta elementare di una scuola della provincia pugliese, è stata lasciata quaranta minuti in bagno, fino all’arrivo della mamma. “Sono stata contattata dalla scuola”, ha raccontato la donna al Quotidiano di Puglia, “e ho portato con me il cambio. Avevo anche il sapone e l’asciugamani, ma quando sono arrivata, pensando di trovare mia figlia sporca, ho scoperto che era ancora sul water, non si era sporcata e aveva bisogno soltanto di aiuto, nonostante fuori fossero presenti l’insegnante di sostegno, la collaboratrice scolastica e un’altra docente. Peraltro, mancava anche la carta igienica”. 

“Mia figlia ha diritto a un oss”

La piccola infatti è affidata a un’insegnante di sostegno, che però ha un contratto part-time. “Nei primi anni di scuola, mia figlia entrava alla seconda ora e usciva alla terza”, spiega la madre. “Poi abbiamo deciso, insieme alle insegnanti, di lasciarla anche dopo l’orario del servizio di sostegno. Ma quando fa i capricci viene lasciata in corridoio a piangere”.

Il motivo per cui la bambina è stata lasciata da sola in una situazione di difficoltà è legato al fatto che le educatrici non sono autorizzate ad assistere gli alunni disabili in bagno. “Dovrebbe esserci un oss cui mia figlia ha diritto da sempre, ma che non ha mai avuto alle elementari”, continua la mamma. “Abbiamo chiesto più volte alla Asl territoriale, ma ci è stato risposto che non hanno figure competenti disponibili e che quelle che ci sono vanno dislocate in altre scuole, dove c’è un numero più elevato di bambini disabili”. 

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Il commento della preside

È arrivata rapida la risposta della dirigente scolastica dell’istituto frequentato dalla piccola: “La ricostruzione fatta dalla famiglia non corrisponde appieno a quanto effettivamente accaduto e proprio per questo inoltrerò una segnalazione formale all’Ufficio scolastico provinciale”, ha affermato la preside. 

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