Droga e donne sarebbero le cause dell'agguato di ieri sera a Frosinone dove una persona è morta ed altre tre sono rimaste ferite dai colpi di pistola esplosi da un commando arrivato a bordo di una Lancia Ypsilon. Un 23enne è stato arrestato, mentre altre tre persone sono ricercate. Tutti albanesi
"Tranquillizzo la città di Frosinone: l'assassino è stato preso. Le indagini non sono affatto concluse ma sono soltanto all'inizio per ricostruire cosa ci sia dietro a questo gravissimo fatto di sangue che ha coinvolto due gruppi criminali": lo ha detto il procuratore della Repubblica di Frosinone Antonio Guerriero, uscendo dalla prefettura di Frosinone dove questa mattina si è riunito il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica. Ha esaminato i fatti legati alla sparatoria avvenuta ieri sera all'interno dello Shake Bar nella centralissima via Aldo Moro dove si sono affrontati due gruppi di albanesi ed uno di loro ha esploso sei colpi uccidendo uno degli avversari ferendo gli altri tre. Il magistrato ha lasciato intendere di non credere più di tanto al movente sentimentale ma alla pista legata alla droga ed alla prostituzione imboccata subito dalla polizia.
La sparatoria
C'è dunque una nuova ricostruzione sulla sparatoria. A fornirla è stato l'esame delle immagini registrate dalle telecamere interne al locale e le ammissioni del 23enne arrestato nella notte dalla polizia con l'accusa di omicidio e triplice tentato omicidio. Ai poliziotti del questore Domenico Condello, Michael Saka, l'albanese di 23 anni ha raccontato che lui si trovava al bar con alcuni amici e che poco prima delle 19.30 è arrivato un gruppo di quattro connazionali con i quali si è subito accesa una discussione. Ad estrarre la pistola e a fare fuoco uccidendo un connazionale e ferendone altri tre non è stato quindi un componente del commando arrivato nel bar ma uno del gruppo che già si trovava al suo interno. Una versione che avrebbe trovato pieno riscontro dall'esame delle immagini. La vittima di 27 anni e gli altri feriti, di cui uno in gravissime condizioni all'Umberto I e uno al San Camillo, sono i componenti del gruppo arrivato nello Shake. Agli agenti, il 23enne ha detto che la pistola non era la sua ma di uno del gruppo entrato nel locale ed al quale lui sarebbe riuscito a strappare di mano l'arma. Ma è una versione alla quale la polizia non crede e sulla quale sono in corso approfondimenti.
Il killer incastrato dalle telecamere
Michael Saka, l'albanese di 23 anni che ieri sera nel pieno centro di Frosinone ha freddato un connazionale di 27 anni e ferito gravemente altre tre giovani, è un soggetto noto alla Polizia di Stato che, nel corso dei mesi scorsi, ha più volte eseguito controlli perquisizioni anche nella sua abitazione. Un personaggio ritenuto di spicco della criminalità e per questo al centro di diverse indagini sullo spaccio di droga. Di mezzo c'è anche una donna che prima stava con Kasen ed ora con Zaka. Alcuni dicono che ci sia una relazione sentimentale, altri parlano di prostituzione. Non aggiunge molti dettagli Michea Zaka. In questura accompagnato dall'avvocato Marco Maietta racconta che sono stati Ervin e Kasen ad aggredirlo e che lui ha fatto fuoco solo per difendersi. La pistola l'ha buttata dal ponte sul fiume Cosa di via Verdi ed è finita in una specie di discarica. La polizia non l'ha ancora trovata. Michea Zaka viene arrestato per omicidio e triplice tentato omicidio.