Il ministro dell'Istruzione ha annunciato pene più severe nei confronti di chi mette in atto comportamenti violenti nei confronti di docenti, studenti e personale scolastico. Oltre a lavorare su una norma che contempli la presunzione di danni reputazionale da parte dell'aggressore, Valditara ha parlato anche di una stretta sul voto in condotta e di pugno duro per chi occupa la scuola e danneggia i beni pubblici
Pugno duro dello Stato nei confronti di chi aggredisce il personale scolastico. Dopo i recenti episodi di violenza nei confronti di due presidi, aggrediti da due genitori a Taranto e nel Foggiano, è arrivata la risposta del ministro dell’Istruzione Giuseppe Validatara che, oltre ad avere attivato l’Avvocatura di Stato, ha annunciato pene più severe e l'ipotesi di inserire le forze dell'ordine nelle scuole delle aree a rischio, come ha riferito in un'intervista a Il Messaggero. Valditara starebbe anche lavorando con il ministro della Giustizia Carlo Nordio a una norma che contempli la presunzione di danno reputazionale da parte di chi aggredisce un dipendente scolastico, così da rendere automatico il risarcimento. Nel caso in cui l’aggressore sia un minore, dovranno essere i genitori a farsene carico. "Toccando anche nel portafoglio chi è responsabile dell'educazione dei propri figli, forse un'inversione di rotta si riuscirà ad ottenere", ha detto il ministro che ha parlato anche di una stretta sul voto in condotta, di punizioni più rigide per chi occupa la scuola e danneggia i beni pubblici, e di una possibile reintroduzione del voto numerico alle elementari, tema su cui è già stato presentato un emendamento.
Valditara: "Ipotesi forze dell'ordine nelle scuole delle aree a rischio"
"Nelle aree particolarmente a rischio si può immaginare una presenza delle forze dell'ordine a protezione di alcune scuole". A dirlo è il ministro dell'Istruzione in un'intervista a Il Messaggero dove commenta i dati del ministero sull'aumento delle aggressioni ai danni degli insegnanti. "Nell'ultimo anno scolastico avevamo avuto 36 casi, ora dopo neanche cinque mesi siamo a 27, ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei familiari c'è già un aumento del 111%. Per gli episodi di cui sono responsabili gli studenti invece si registra un leggero calo, -11%", riferisce il ministro, che aggiunge: "Ci fa pensare che c'è una responsabilità educativa forte delle famiglie". Secondo Valditara "se un genitore aggredisce o prende a pugni un docente o un preside, deve risponderne nei confronti non solo dell'aggredito, ma anche dello Stato, ed è lo Stato a subire un danno di immagine e reputazionale, e dunque ha il diritto di essere risarcito". Il ministro esclude però che ci possano essere all'ingresso delle scuole Metal detector o controlli. In un'intervista al Quotidiano Nazionale Valditara specifica che l'obiettivo è quello di "ripristinare la cultura del rispetto delle regole e delle persone, così come dell'autorità. Vogliamo ridare autorevolezza a chi lavora nella scuola e approvare misure che colpiscano chi aggredisce il personale scolastico". Il titolare del dicastero di viale Trastevere ricorda anche che "c'è la proposta di legge della Lega che innalza le pene per i genitori che aggrediscono gli insegnanti. Infine, auspico che venga approvata rapidamente la riforma del voto di condotta e delle sospensioni, con l'introduzione obbligatoria delle attività di cittadinanza solidale. Questa è una strada obbligata, doverosa e sacrosanta".
Gli episodi di aggressione a scuola
L’episodio più recente è avvenuto lo scorso 5 febbraio a Varese, dove un ragazzo di 17 anni ha ferito con un coltello un’insegnante, 57 anni, all’ingresso dell’istituto superiore Einap. A quanto si è appreso, lo studente avrebbe accoltellato tre volte la docente alla schiena con un coltello portato da casa. Inizialmente accusato di lesioni, lo studente, trasferito al Beccaria di Milano, dovrà ora rispondere di tentato omicidio.
Lo scorso 2 febbraio Marco Cesario, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Europa-Alighieri” di Taranto, è stato picchiato dai genitori di un’alunna di tre anni. Secondo il racconto del preside al Corriere della Sera, la madre della bambina era stata convocata a scuola per cambiarle la biancheria, come da regolamento. La donna è arrivata nervosa e dopo poco è scoppiata una discussione. Cesareo avrebbe invitato la madre ad abbassare i toni e, dopo qualche minuto, si sarebbe presentato il padre dell’alunna che avrebbe aggredito il dirigente, scaraventandolo a terra e colpendolo con calci e pugni.
È accaduto anche a Lucera, nel Foggiano, dove il dirigente scolastico dell’istituto Bozzini-Fasani, Pasquale Trivisonne, è stato vittima di violenza da parte della madre di uno studente.
approfondimento
Varese, accoltella insegnante davanti a scuola: 17enne arrestato
Le novità
Oltre ad aver previsto la difesa da parte dell'Avvocatura dello Stato, Valditara ha annunciato che quest'ultimo è pronto a costituirsi parte civile nel giudizio penale. "Dobbiamo dare una risposta forte, lo Stato deve dimostrare di essere accanto al personale della scuola", ha sottolineato il titolare del dicastero di viale Trastevere, che punta innanzitutto alla riforma del voto di condotta. Il disegno di legge, attualmente all'esame del Senato e che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno scolastico, prevede significativi cambiamenti nella valutazione del comportamento degli studenti. Nei prossimi giorni, poi, arriverà in Senato la proposta di legge della Lega, già approvata alla Camera, che punta a inasprire le pene per chiunque usi violenza nei confronti di un professore. Per il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini "è sempre più urgente approvarla definitivamente". La pensano diversamente Flc Cgil e Uil, secondo cui "la frequenza di questi episodi ci allarma e ci mette di fronte a un problema di profondo disagio giovanile, che non va combattuto con metodi repressivi, ma va affrontato mettendo in campo iniziative di ascolto e promuovendo un modello di scuola impegnata nel formare cittadini consapevoli", hanno detto.
vedi anche
Taranto, preside picchiato dai genitori di un'alunna
Il voto in condotta
Secondo Valditara, il voto di condotta, che farà media e inciderà sull'esame di maturità, diventerà più influente e sarà considerato nell'arco dell'intero anno scolastico, anziché solamente per quadrimestre. Chi metterà in atto comportamenti violenti o aggressivi nei confronti di docenti, studenti e personale scolastico sarà punito in maniera più severa: con il 5 in condotta si viene bocciata e con il 6 rimandati.
Le sospensioni
Per gli alunni che vengono sospesi, invece, non si chiuderanno le porte della scuola. Per le sospensioni della durata di due giorni, lo studente sarà coinvolto in attività di riflessione e approfondimento, e nella stesura finale di un elaborato critico. Per sospensioni più lunghe, verranno assegnate attività di cittadinanza solidale. Valditara pensa anche a un'azione incisiva sul fronte del supporto psicologico e psichico degli studenti. "Dobbiamo affrontare le situazioni di disagio, dandovi attenzione particolare", ha detto.
Le occupazioni e gli atti vandalici
Laddove vi siano state occupazioni di istituti superiori, con danneggiamento di beni pubblici, la scuola deve procedere a denunce e all'applicazione di misure disciplinari come previsto dal regolamento di ciascun istituto. A riferirlo è ancora il ministero dell'Istruzione, per mezzo del capo dipartimento Carmela Palumbo. Secondo il ministro, è necessario stimare anche "la portata dei danni degli eventuali atti vandalici, considerando che troppo spesso se ne fa carico l'intera collettività e non gli autori". E dunque, "dovranno essere poste a carico degli studenti responsabili le spese per le pulizie straordinarie e per il ripristino di arredi, pc e ogni altra attrezzatura di proprietà della scuola", ha aggiunto.