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Sgarbi: "Diffamato da un pregiudicato". Antitrust: attività incompatibili con suo ruolo

Cronaca
©Ansa

La difesa dell'ex sottosegretario alla Cultura, dopo la ricostruzione della vicenda che ha portato alle sue dimissioni da parte de Il Fatto e di Report, chiama in causa un suo ex collaboratore che "come vendetta per essere stato allontanato, ha scritto una lettera di menzogne e diffamazioni", da cui è partita l'azione dell'Antitrust. Secondo il testo anticipato dal Corriere, il critico d'arte avrebbe violato la Legge Frattini sul conflitto di interesse: si parla di "incompatibilità" con gli incarichi di governo

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"Dietro la sistematica campagna di diffamazione non c'è alcuna inchiesta giornalistica, ma l'uso criminale delle accuse di un pregiudicato, Dario di Caterino". Con queste parole affidate ad una nota, l'ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi replica alle ricostruzioni della vicenda che ha portato alle sue dimissioni proposte da Il Fatto e da Report. Cita un suo ex collaboratore che - spiega ancora Sgarbi - "come 'vendetta' per essere stato allontanato, ha scritto una lettera di menzogne e diffamazioni, che il giornale e la trasmissione televisiva hanno rilanciato senza preoccuparsi di verificare se le cose scritte fossero vere". 

Poche ore fa il Corriere della Sera aveva anticipato il testo del provvedimento dell'Antitrust a seguito del quale Sgarbi ha presentato le dimissioni da sottosegretario: "Il sottosegretario di Stato alla Cultura, Vittorio Sgarbi, ha esercitato attività professionali in veste di critico d'arte, in materie connesse con la carica di governo, come specificate in motivazione, a favore di soggetti pubblici e privati", in violazione della Legge Frattini sul conflitto di interesse. 

L'incompatibilità

L'Antitrust precisa che l'elemento della occasionalità delle attività svolte da Sgarbi, evidenziato nelle memorie difensive, è "del tutto incompatibile con la realizzazione e il mantenimento di una stabile organizzazione di persone e mezzi il cui fine unico è quello di organizzare, gestire e realizzare gli interventi del Prof. Sgarbi dietro corrispettivo". L'Autorità cita in particolare il ruolo nell'organizzazione delle partecipazioni di Sgarbi agli eventi ritenute incompatibili con la carica di governo, delle due società Ars e Hestia, "anche sotto il profilo della gestione dei rapporti patrimoniali" con Sgarbi, ricordando che socio e amministratore unico di Ars è Antonino Ippolito, collaboratore storico di Sgarbi e suo attuale capo segreteria al Ministero, mentre socia e amministratrice unica di Hestia è Sabrina Colle, compagna di Sgarbi. "Il principio di dedizione esclusiva alla cura degli interessi pubblici - si legge ancora nel testo - non può, di fatto, essere svuotato di contenuto mediante una indefinita sommatoria di attività che, anche là dove ritenute singolarmente consentite, nel loro insieme difettino dei requisiti dell'occasionalità e della temporaneità, comportando una rilevante sottrazione di tempo e di risorse intellettuali al perseguimento degli interessi sottesi alla carica di governo". "Con riguardo alle attività di offerta al pubblico di prodotti editoriali svolte attraverso il sito Internet vittoriosgarbi.it". Infine, l'Antitrust ha disposto "la chiusura del procedimento istruttorio per la sopravvenuta cessazione della situazione di incompatibilità". "Si deve rilevare - scrive l'Autorità - che, come dichiarato dalla Parte e verificato dall'Autorità in corso di istruttoria, l'attività di vendita in questione non è più in essere e la relativa sezione del sito risulta essere non più online. Pertanto, si deve ritenere che la condotta in esame sia cessata".

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I malumori nella maggioranza

La posizione di Sgarbi, che nelle scorse settimane è anche finito al centro delle inchieste giornalistiche di Report e del Fatto Quotidiano, e le sue esternazioni hanno creato in questi mesi più di un imbarazzo tra gli alleati. La premier Giorgia Meloni quando è scoppiato il caso delle presentazioni di mostre, libri e conferenze a pagamento aveva preso tempo, aspettando di "valutare nel merito" le indicazioni dell'Antitrust, che aveva fissato al 15 febbraio la scadenza per pronunciarsi sull'incompatibilità tra le attività extra governo di Sgarbi e il ruolo al Mic. Proprio dopo la pronuncia dell'antitrust Sgarbi ha annunciato le sue dimissioni.

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Le dimissioni di Sgarbi

"Ricorrerò al Tar" sulla delibera dell'Antitrust "che mi è arrivata", ha detto ieri Sgarbi, dopo aver annunciato le dimissioni, a Prima di domani su Rete 4 dove il critico d'arte ha aggiunto: "Mi dimetto da sottosegretario per fare Sgarbi". Inoltre, "la norma applicata dall'Antitrust non distingue da prestazioni pagate o gratuite. Non le posso fare neppure se sono gratis". "Credo che il racconto dell'arte sia un'integrazione della funzione istituzionale: non mi pare che Sangiuliano abbia delle competenze legate all'arte che possano aiutare la funzione di ministro. Conoscere il patrimonio artistico italiano e raccontarlo è un elemento additivo alla funzione di sottosegretario. Ne ero convinto. Fino ad oggi", ha proseguito.

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