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Geo Barents, tratte in salvo nella notte 37 persone

Cronaca

Monica Napoli

Arrivano da Bangladesh e Siria, sono infreddoliti e spaventati. La loro prima domanda è se sono lontani dalla Libia. Comincia così il racconto della nostra inviata a bordo della nave di Medici senza frontiere dedicata ai soccorsi nel Mar Mediterraneo

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“Erano tutti infreddoliti, molti di loro tremavano, non riuscivano a stare in piedi dal freddo. La prima cosa che mi hanno chiesto tutti è stato se eravamo lontani dalla Libia, se erano salvi su questa nave. Dopo che si sono ripresi li abbiamo rassicurati. Ci hanno iniziato a raccontare delle sofferenze che hanno subito sia in Libia che durante il viaggio. I siriani ci hanno raccontato della guerra, ci sono ragazzi di 19 anni che in pratica sono cresciuti in guerra, hanno vissuto la maggior parte della loro vita in situazione di violenza estrema, di guerra. Ci hanno raccontato della loro familiarità con la guerra ma la paura di questa notte, di essere in mare con il buio e il freddo, il vento è stato ancora un altro tipo di paura”. A raccontare dei primi momenti sulla nave di Medici senza frontiere delle persone salvate nella notte è Ahmad Al Roussan, mediatore culturale della ong.

La segnalazione di un barcone in difficoltà

Sono le tre e trenta circa quando dal ponte di comando arriva la segnalazione di un barcone in difficoltà poco lontano dalla Geo Barents, la nave di salvataggio di Medici senza frontiere. Pochi minuti dopo, la crew è pronta a partire, con i due gommoni a disposizione per trarre in salvo le persone in pericolo, stipate su una piccola imbarcazione che si saprà poi essere partita da zwara, dalle coste libiche. Nel buio e con le onde alte, le operazioni di salvataggio durano poco  più di un’ora poi le 37 persone salvate dal mare vengono portate a bordo. I racconti del loro viaggio infinito iniziato per molti dalla Siria, per altri dal Bangladesh, le storie di torture nelle carceri libiche dove sono stati trattenuti per mesi e la paura di perdere la vita in mare.

vedi anche

Esercitazioni di salvataggio a bordo dei gommoni della Geo Barents

Il racconto

Una partenza drammatica raccontano. Ci hanno fatto camminare nell’acqua che arrivava fino ad un metro prima di farci salire sulla barca racconta un ragazzo che arriva dal Bangladesh ha 22 anni, la sua famiglia è molto povera dice e lui è andato via per avere una possibilità di vita. Per sette mesi è stato rinchiuso nelle carceri libiche, racconta dei trafficanti e del timore di non farcela. “Questa notte è stata molto pericolosa, ho avuto tanta paura, abbiamo avuto tanta paura di morire ma ora siamo salvi” racconta con il sorriso di chi ce l’ha fatta. L’acqua che inizia ad entrare nell’imbarcazione ormai alla deriva, il buio, il freddo e le onde alte sono immagini e sensazioni ancora impresse nelle menti delle decine di persone salvate nella notte.

Il benvenuto sulla nave

Dopo aver dato loro cibo, abiti asciutti e beni di prima necessità la parte della crew che si occupano dell’accoglienza a bordo ha tenuto un discorso di benvenuto per presentarsi e spiegare loro dove sbarcherà la Geo Barents e quanto tempo ci vorrà. Il porto assegnato dalle autorità italiane è Napoli, per raggiungerlo con queste condizioni atmosferiche servono almeno tre giorni e la possibilità che la nave di soccorso di msf possa essere chiamata dal centro di coordinamento di Roma o di Malta per altri soccorsi - come avvenuto il 29 dicembre - è viva perché con il maltempo e il mare sempre più grosso potrebbero esserci altre persone in pericolo di vita. intanto si naviga verso l’Italia mentre continuano i turni di osservazione al binocolo. In caso di avvistamento di imbarcazioni in difficoltà sulla rotta che la nave sta percorrendo, con la nuova legge varata a febbraio 2023, bisognerà attendere il permesso di Roma per soccorrere le persone ma gli occhi restano aperti per non lasciare morire nessuno.

vedi anche

Geo Barents, le simulazioni e i corsi di primo soccorso