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La lunga estate in Sicilia, per gli esperti verso la desertificazione

Cronaca

Raffaella Daino

Prosegue l’ondata di caldo record nell’isola, alla fine di un ottobre dalle temperature estive.  La stagione balneare è ancora nel pieno, le spiagge sono affollate, nei negozi le collezioni di abbigliamento autunnale finora restano invendute e gli esperti avvertono: in alcune zone del Sud Italia il clima è già quello del Sahara. 

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La settimana è cominciata con i 32 gradi di massima registrati il 30 ottobre. A Palermo sembra ancora estate piena nonostante l’autunno secondo il calendario sia abbondantemente cominciato. Nell’ennesima giornata di caldo anomalo in città non solo i turisti dal nord si aggirano per la città in maglietta e pantaloncini. Tutti  hanno le maniche corte e gli abiti leggeri che si indossano ad agosto.

 

Il cambio stagione viene ulteriormente rinviato.  Restano negli armadi giacche e maglioni autunnali della passata stagione mentre i negozi espongono in vetrina i capi delle nuove collezioni autunno/inverno, che pochi hanno al momento voglia di acquistare.  E se i commercianti guardano prepoccupati alle temperature che non accennano a diminuire, per molti abitanti e turisti l'occasione di prolungare la stagione dei bagni è irresistibile. Le spiagge sono piene come se l'estate non si fosse mai conclusa e in tanticontinuano a fare il bagno e a nuotare nelle acque del golfo calde più del solito.

 

Ma i continui record sono una ormai una costante che allarma gli esperti. Il ricercatore del Cnr ed accademico Mario Pagliaro fornisce alcuni dati. “L’Italia, ma anche le confinanti Svizzera e Austria, hanno registrato ad ottobre temperature particolarmente miti dovute al continuo richiamo di aria calda dal Sahara sospinta verso Nord dal continuo approfondirsi di aria fredda sulla penisola iberica e sull’Africa occidentale. In Svizzera è stato il secondo mese di ottobre più caldo dal 1864. In Italia il mese è stato particolarmente caldo, come lo stesso mese dello scorso anno che era stato il più caldo rispetto al trentennio 1991-2020. In Sicilia come in Sardegna le medie mensili delle temperature minime e massime ad ottobre sono state le più alte degli ultimi tre decenni, con valori tipici di settembre”.

Il professore di ecologia e biologia all’Università di Palermo, Silvano Riggio, ormai in pensione, mi accoglie nel suo giardino ricco di piante tropicali. Ne noto subito la bellezza. “Sono in fiore come fosse primavera, ma in realtà in questo periodo dovrebbero perdere le foglie in una sorta di letargo invernale che però ormai non rispetta più il calendario” mi dice mostrandomi una pomelia; "testimone del cambiamento climatico che stiamo subendo".

 

Quanto allarmanti sono le temperatre alte registrate nel mese di ottobre?

 

"Questo caldo anomalo è diventato una costante. Siamo passati da una fase di tropicalizzazione ad una fase di desertificazione che riguarda tutto il Sud ma soprattutto la Sicilia che si è ritrovata inglobata nell’anticiclone sahariano fino a qualche tempo fa limitato all’Africa. La Sicilia sta diventando come il Sahara, un pezzo di deserto e la tendenza non si invertirà. Non ci sarà remissione di queste ondate di calore e pioverà sempre meno con enormi conseguenze dal punto di vista economico e soprattutto agricolo".

 

"Proprio come in Africa dove piove una volta all’anno" - dice il professore - le piogge saranno sempre più rare e concentrate in episodi violenti. Queste ondate di calore che si prolungano per mesi, alimentate dai forti venti di Foehn non fanno che aggravare il fenomeno degli incendi, che sono quasi tutti dolosi, e sempre più frequenti, e distruggono ogni anno centinaia di ettari di vegetazione e patrimonio boschivo".

 

"Prevedo un futuro non nero ma rosso di fuoco. Gli incendi appiccati negli ultimi anni hanno aggravato la situazione e impedito quella mitigazione  delle temperature che arriva dagli alberi e dai boschi ormai quasi del tutto distrutti. E, semplificando ancora con i colori,  vi dico che il verde che ha sempre caratterizzato il mediterraneo tropicale della Sicilia rischia di diventare il giallo del deserto”.