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Incidente Roma, al vaglio cellulari e telecamere. TheBorderline: “Interrompiamo attività”

Cronaca
©Ansa

Sono ancora tantissimi i messaggi e i pensieri in ricordo del bimbo morto a Casal Palocco, mentre era in macchina con mamma e sorellina. L'autopsia è stata effettuata il 17 giugno e per avere i risultati occorrerà attendere qualche giorno. E mentre proseguono intanto le indagini, il collettivo di youtuber di cui faceva parte il ragazzo che guidava il Suv al momento dello scontro ha deciso di interrompere le sue attività

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Girandole e peluche sul luogo dell'incidente: non si arresta l’ondata di commozione in ricordo del piccolo di 5 anni morto dopo essere stato travolto da una Lamborghini guidata da alcuni ragazzi a Casal Palocco a Roma, mentre era in macchina con mamma e sorellina. Per i risultati dell’autopsia, effettuata ieri, sarà necessario attendere qualche giorno. Lo stesso vale per le indagini. Una svolta importante potrebbe arrivare dopo che la Procura ha sequestrato i cellulari dei ragazzi del collettivo di youtuber “The Borderline”, di cui fa parte Matteo Di Pietro, che guidava la macchina al momento dell'incidente, alla ricerca di dettagli appena prima o dopo l’impatto, e ha acquisito le immagini delle telecamere a bordo della Lamborghini. Al vaglio degli investigatori anche le immagini delle telecamere posizionate su via di Macchia Saponara, a circa 250 metri di distanza dall'incrocio con via Archelao di Mileto, dove è avvenuto l'impatto, ma anche quelle sull'altro lato della strada. Saranno importanti per chiarire con esattezza la dinamica dell'incidente. Potrebbero intanto arrivare a breve i risultati della consulenza tecnica che i pm di Roma hanno affidato per accertare a quanti chilometri orari viaggiasse il Suv al momento dell'incidente. Ancora da chiarire anche i dettagli sulla positività ai cannabinoidi di Di Pietro: bisognerà stabilire se e quando avesse assunto sostanza stupefacenti. Intanto, con un messaggio sul loro canale YouTube, i TheBorderline hanno annunciato l'interruzione delle loro attività.

L'addio a YouTube

"I TheBorderline esprimono alla famiglia il massimo, sincero e più profondo dolore. Quanto accaduto ha lasciato tutti segnati con una profonda ferita, nulla potrà mai più essere come prima. L'idea di TheBorderline era quella di offrire ai giovani un intrattenimento con uno spirito sano. La tragedia accaduta è talmente profonda che rende per noi moralmente impossibile proseguire questo percorso. Pertanto, il gruppo TheBorderline interrompe ogni attività con quest'ultimo messaggio", si legge in un testo pubblicato come ultimo video sulla pagina Youtube di TheBorderline, nella serata di oggi, 18 giugno. Sulle piattaforme dove i ragazzi spiccavano per le loro challenge sempre più estreme in questi giorni si sono moltiplicati i messaggi di odio e di morte per quanto successo.

La concessionaria: "Non siamo complici"

L'odio sembra aver colpito anche la concessionaria che ha dato la vettura ai ragazzi, che si è difesa su Facebook. “Il nostro codice della strada permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione”, dichiarano. Il post, però, condanna soprattutto tutti coloro che in questi giorni hanno minacciato il proprietario e la sua famiglia: “Non siamo in alcun modo co-responsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto e continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile”, concludono.

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Le tesi della difesa

I legali di Di Pietro continuano intanto a negare la versione dei fatti secondo cui il loro assistito stesse superando un veicolo nei pressi dell'incrocio dell'incidente. Si punta invece a dimostrare che la mamma del bimbo deceduto possa aver tagliato la strada alla Lamborghini guidata da Di Pietro, senza dargli la precedenza. Su questa tesi gli avvocati insistono in ragione del fatto che la Smart guidata dalla madre della vittima ha riportato danni sulla fiancata destra. Ma anche se così fosse, sembra ormai assodato che il Suv viaggiasse ben oltre i limiti dei 30 chilometri orari fissati sulla strada dello scontro. Questo dato - a prescindere da altre variabili - potrebbe fare la differenza sulle responsabilità.

Il video

Nelle ultime ore è emerso anche un video che vede, in modo indiretto, protagonista proprio Matteo Di Pietro, ora indagato per omicidio stradale e lesioni. Si nota infatti il giovane ventenne a bordo di una Ferrari ma non alla guida, dove invece siede il padre, che spinge sull’acceleratore senza avere però la cintura di sicurezza. Il genitore si è subito discolpato dicendo che “in quel video procedo a velocità limitata e senza cintura di sicurezza perché sono in un centro cittadino”. Una scusa che però non accenna a placare le polemiche.

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