Lo riferisce il capogruppo di FdI, oggi in Commissione affari costituzionali della Camera, Alessandro Urzì, che parla di un "contrasto con i principi costituzionali"
Un bambino è stato escluso da una scuola in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano a seguito di un test linguistico. Lo riferisce il capogruppo di FdI, oggi in Commissione affari costituzionali della Camera, Alessandro Urzì, che parla di un "contrasto con i principi costituzionali che prevedono l'erogazione dell'educazione scolastica senza limiti e non condizionati da alcun test preventivo ed appare grave che ciò sia avvenuto nell'ambito di una scuola dell'obbligo". In Alto Adige vige il principio dell'insegnamento nella madre lingua (tedesco, italiano oppure ladino). Ma le scuole di lingua tedesca, soprattutto nei centri urbani, registrano un grande afflusso anche di alunni che non sono di madre lingua tedesca.
La polemica
"Mi sono per questo rivolto al ministro per l'Istruzione e il merito Valditara - aggiunge Urzì - per sollecitare una profonda riflessione anche a livello nazionale su quanto accaduto e per accertare responsabilità e conseguenze di questo atto". Urzì definisce "apprezzabile che lo stesso assessore altoatesino alla scuola in lingua tedesca Philipp Achammer abbia dichiarato inammissibile la procedura seguita. Il tema in ogni caso - sottolinea Urzì - fa seguito alla richiesta, anche questa irricevibile, posta dall'assessore Ramoser della Svp al Comune di Bolzano di test di accesso generalizzati per i bambini di lingua italiana che richiedano le iscrizioni nelle scuole in lingua tedesca". "Il tema - conclude Urzì - è impegnarsi acchè siano le scuole in lingua italiana a garantire la più ampia offerta di insegnamento in lingua tedesca offrendosi come luogo di educazione per la formazione completa sul piano anche plurilinguistico degli alunni garantendo la piena risposta a tutta la domanda. In questo senso l'appello al ministro Valditara per studiare di concerto con le autorità locali la più ampia formazione e reclutamento di personale docente plurilingue adeguato alla richiesta altoatesina", conclude Urzì.