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Yacht su scogli Porto Cervo, vittima non è morta d'infarto

Cronaca

L'imprenditore anglo tedesco Dean Kronsbein è deceduto a causa di una grave lesione spinale e un forte trauma toracico come conseguenza di un violento impatto a terra. È questo l'esito dell'autopsia eseguita sul corpo della vittima dell'incidente nautico in Costa Smeralda

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L'imprenditore anglo tedesco Dean Kronsbein è morto a causa di una grave lesione spinale e un forte trauma toracico come conseguenza di un violento impatto a terra, e non d'infarto come accertato in un primo momento. È questo l'esito dell'autopsia - anticipato dai quotidiani sardi - eseguita sul corpo della vittima dell'incidente nautico in Costa Smeralda che si è conclusa nella tarda sera di ieri.

La dinamica dell'incidente

La verità sulla dinamica dell'incidente che domenica scorsa è costato la vita al manager tedesco con passaporto britannico, potrebbe arrivare dai telefoni e dai tablet delle persone che si trovavano a bordo dei due yacht coinvolti, l’Amore e lo Sweet Dragon. Nell'urto sono rimaste ferite quattro persone, fra cui, in maniera grave, la moglie e la figlia dell'armatore. L'autorità giudiziaria di Tempio Pausania ha disposto il sequestro di tutti gli apparecchi elettronici, telefoni cellulari, tablet, computer portatili, di tutti i passeggeri e i comandanti a bordo delle due imbarcazioni messe sotto sequestro, con l'obiettivo di rintracciare il Gps per stabilire le rotte esatte. Resta per il momento da definire il ruolo e la posizione di una terza imbarcazione battente bandiera maltese, che pare fosse sul posto e che inizialmente si pensava avesse soccorso Dean Kronsbein. 

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Ulteriori accertamenti

Mercoledì prossimo dovrebbe essere conferito l'incarico a un consulente tecnico per la ricostruzione della dinamica dell'incidente e per gli accertamenti sulla strumentazione di bordo sequestrata. I comandanti delle due imbarcazioni, entrambi indagati per omicidio colposo e lesioni, hanno versioni opposte sulla dinamica. Luigi Cortese, alla guida del motoscafo Sweet Dragon, sostiene di aver accostato a dritta come prevede il regolamento internazionale e di aver invertito la marcia dei motori per evitare di entrare in collisione con lo yatch Amore di Kronsbein. Mario Lallone, che era ai comandi di Amore, ha detto agli inquirenti di aver dovuto virare improvvisamente per evitare la collisione con lo Sweet Dragon, tesi che sarebbe stata confermata anche dai familiari della vittima.