I dati dell’Istituto superiore di sanità offrono un’idea dell’efficacia della vaccinazione. Soprattutto nelle fasce più anziane
Alla fine la risposta è semplice, anche se non sempre i numeri che la supportano lo sono altrettanto. Coloro che non sono vaccinati contro il Covid-19 si contagiano più frequentemente rispetto a coloro che sono vaccinati, si ammalano di più, finiscono in terapia intensiva più spesso e, purtroppo, muoiono anche in percentuale maggiore.
E, man mano che la campagna vaccinale è progredita questa differenza è aumentata. Per tutte le categorie.
Per arrivare a questa conclusione bisogna osservare le statistiche pubblicate ogni settimana dall’Istituto superiore di sanità (Iss) che forniscono un dettaglio dell’impatto del contagio negli ultimi 30 giorni scorporando i dati sulla base della situazione vaccinale di coloro che sono contagiati, finiscono in ospedale o muoiono a causa del nuovo coronavirus.
In questo modo diventa possibile paragonare l’incidenza sulla popolazione di riferimento, vaccinata da una parte e non vaccinata dall’altra, cosa che i numeri assoluti non consentono di fare.
Il risultato di questa operazione è visibile nei grafici riportati qui di seguito.
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Fasce di età a confronto
Come si può vedere, in ciascuna categoria l’incidenza è significativamente più alta tra coloro che non hanno ricevuto alcuna protezione. Sulla base dei dati dell’ultimo monitoraggio, risultava 8 volte superiore per quanto riguarda i ricoveri, 12 volte superiore per quanto riguarda le terapie intensive e 5 volte superiore per quanto riguarda i decessi.
Ma l’effetto positivo del vaccino per limitare le conseguenze più gravi dell’epidemia diventa ancora più chiaro se invece di fare confronti nella popolazione complessiva, come nei grafici visti fin qui, si guarda alle varie fasce di età. In questo modo i vantaggi risultano ancora più netti, soprattutto nei segmenti demografici più anziani.
Per esempio, tra gli over 80 nel periodo considerato (6 agosto-5 settembre) l’incidenza dei decessi tra i non vaccinati è stata 128,3 ogni 100mila persone. Tra gli ottuagenari vaccinati è scesa a 9,6 per 100mila persone. Per quanto riguarda i ricoveri si passa da 245 ricoveri ogni 100mila abitanti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino a 28 tra coloro che hanno completato il ciclo vaccinale.
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I dati ISS
I dati che rendono possibili questi calcoli sono, come detto, quelli forniti dall’Istituto superiore di sanità nei rapporti settimanali che monitorano l’andamento dell’epidemia e della campagna vaccinale. Si tratta di dati utili ma non perfetti. Per esempio, visto che le statistiche si riferiscono ad un periodo prolungato la platea di vaccinati e non vaccinati è calcolata come una media del periodo. In altre parole, queste analisi non possono ambire alla precisione totale anche se forniscono sicuramente delle indicazioni utili. Soprattutto in mancanza di alternative.