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Bayer condannata a risarcire medico per danni provocati da farmaco anticolesterolo

Cronaca

Sarà risarcito il medico veneziano rimasto vittima del Lipobay che aveva sviluppato la "miopatia dei cingoli" in seguito all'assunzione del prodotto del quale era venuto a conoscenza tramite gli informatori scientifici della società farmaceutica. L'avvocato: "Abbiamo vinto battaglia durata 20 anni"

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Sconfitta in Cassazione per il colosso farmaceutico Bayer condannato a risarcire i danni alla salute provocati dal suo farmaco anticolesterolo Lipobay a un medico veneziano che nel 1999 aveva iniziato ad assumere il prodotto per poi sviluppare seri problemi ai muscoli e alla respirazione, con conseguenti ricoveri. Il farmaco era stato ritirato volontariamente dal commercio nel 2001 dalla stessa azienda. Non è nota la cifra del risarcimento. Inoltre gli 'ermellini' hanno escluso che il bugiardino fosse sufficientemente chiaro ad informare dei rischi correlati all'assunzione del farmaco definito "dannoso e difettoso". 
"È stata una battaglia durata 20 anni quella contro la Bayer, è la prima vittoria in Italia contro questo colosso farmaceutico che ha combattuto anche in Cassazione per non dare il risarcimento, non tanto per la cifra in sé, ma per evitare il precedente sfavorevole", ha dichiarato l'avvocato della vittima, Luigino Maria Martellato.

Osservazione dei giudici

La difesa di Bayer ha contestato in Cassazione il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Venezia il 27 febbraio 2018 che aveva liquidato i danni non patrimoniali al medico rimasto vittima del Lipobay che aveva sviluppato la "miopatia dei cingoli" in seguito all'assunzione del prodotto del quale era venuto a conoscenza tramite gli informatori scientifici della società farmaceutica. Secondo la Suprema Corte, correttamente i giudici di merito hanno ravvisato "l'esistenza nella specie della difettosità del farmaco al momento della relativa commercializzazione in esso contenuto, determinante l'accentuato rischio di malattie del muscolo rispetto a dosi equipollenti di altre statine, e, pertanto, una minore sicurezza del medesimo rispetto ad altri farmaci della stessa categoria (ipocolesterolemizzanti) ". I giudici hanno anche rilevato che il ritiro del farmaco dal commercio, "pur se volontario, depone invero per la violazione del principio di precauzione anteriormente all'immissione in commercio". Quindi anche quando Big Pharma corre ai ripari, il 'ravvedimento' è un'attenuante.

Il precedente

Nel maggio e giugno del 1999, il professionista aveva assunto il Lipobay dopo esserselo autoprescritto per abbassare i livelli di colesterolo nel suo sangue. L'effetto quasi immediato era stato il comparire della rabdomiolisi, cioè la rottura delle cellule dei muscoli scheletrici, una patologia che può avere anche esito mortale e che, grazie al fatto che dopo quei due mesi dell'uomo (52 anni all'epoca) aveva sospeso la cura, la conseguenza per lui era stata l'invalidità quasi totale. Per questo era rimasto immobilizzato a letto per diverse settimane.

Raccomandazioni bugiardino

Per quanto riguarda il bugiardino, la Cassazione scrive il suo 'decalogo' e avverte che il foglietto illustrativo dei farmaci non deve sostanziarsi "in una avvertenza generica circa la sicurezza del prodotto". 

©Ansa