I dati del ministero della Salute registrano un tasso di positività del 5,2%. Aumentano le terapie intesive (+14), scendono i ricoveri ordinari (-132). Nel periodo 27 gennaio-9 febbraio, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,99 (range 0,95- 1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente Cambiano i colori delle Regioni: Campania, Emilia-Romagna e Molise passano da giallo ad arancione
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Zinco e vitamina C non riducono la gravità
Dall'inizio della pandemia da Sars-CoV-2 sono state avanzate numerose ipotesi sull'utilizzo di integratori per la cura o la prevenzione del Covid-19. I dati di uno studio clinico, pero' rivelano che il trattamento con alte dosi di zinco e vitamina C non riduce la durata dei sintomi rispetto alle cure standard. A sottolinearlo e' un approfondimento pubblicato sul sito dell'Istituto Superiore di Sanita' (Iss). L'indagine e' stata condotta su 214 pazienti adulti con diagnosi di Covid-19 che avevano ricevuto cure ambulatoriali negli stati di Ohio e Florida. Per valutare l'effetto di alte dosi di zinco e di acido ascorbico rispetto alla terapia standard sulla riduzione della gravita' e la durata dei sintomi nei pazienti Covid non gravi, lo studio ha suddiviso i pazienti in 4 gruppi: uno trattato con 50 mg di gluconato di zinco, uno con 8000 mg di acido ascorbico (vitamina C), un terzo con entrambe le sostanze, mentre un quarto ha ricevuto solo il trattamento standard. A distanza di 10 giorni, i risultati hanno mostrato l'assenza di differenze significative tra i vari trattamenti. Gli autori, indicando l'assenza di efficacia di tali supplementi hanno dichiarato che questi prodotti non possono essere raccomandati per ridurre i sintomi nei pazienti. Hanno inoltre posto l'attenzione sull'insorgenza di reazioni avverse a seguito dell'assunzione di acido ascorbico, sottolineando anche la possibilita' di effetti avversi anche per lo zinco, come riportato da evidenze in letteratura. "Ove non sia presente un beneficio accertato associato all'assunzione di determinati composti, - commenta l'Iss - il rischio di effetti avversi deve essere assente. E' importante quindi considerare attentamente tutte le informazioni e le evidenze a disposizione". La scelta razionale di un trattamento per una patologia come quella da SARS-CoV-2, "soprattutto per terapie alternative, la cui efficacia non sia stata opportunamente dimostrata, deve essere il risultato di una attenta collaborazione tra medici e pazienti".
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Vaccini, totale collaborazione a Nas da dg sanità Veneto
Massima collaborazione da parte del direttore generale della sanita' del Veneto, Luciano Flor, all'attivita' di verifica dei Nas sulle procedure avviate dalla Regione per la ricerca di canali sul mercato di approvvigionamento di vaccini. Flor e' stato sentito su delega della Procura di Perugia. Secondo quanto appreso dall'ANSA, nelle quattro ore di colloquio, nel comando Nas di Treviso, Flor ha spiegato agli investigatori che la Regione Veneto si e' mossa settimane fa per verificare se ci fosse un'eventualita' di reperire sul mercato vaccini anti-Covid. In tal senso ha informato l'Aifa e, non avendo avuto un'opposizione da parte dell'agenzia del farmaco, ha proceduto in queste attivita'. L'indagine avviata, avrebbe chiarito Flor, era ed e' a carattere conoscitivo, e non e' stata finora avviata alcuna trattativa: si voleva, cioe', accertare se vi fossero basi concrete, e nel contempo acquisire tutte le informazioni relative sia alle figure dei mediatori che del prodotto proposto. Flor ha accompagnato le sue dichiarazioni con le documentazioni in possesso alla Regione Veneto, ovvero la corrispondenza inviata e ricevuta in risposta, i nomi di quanti si erano messi in contatto con l'amministrazione di palazzo Balbi. Sarebbero una ventina i promotori i cui nomi sono ora all attenzione del Nas per ulteriori approfondimenti. Gli investigatori intendono verificare anche se tra queste persone vi sia anche il falso intermediario gia' indagato dalla procura umbra.
Medici famiglia: puntare su vaccini e monoclonali
"Sono tre gli strumenti che abbiamo in questo momento contro il Covid-19 e compongono un'unica strategia": il contenimento dei contagi, i vaccini e gli anticorpi monoclonali "per i quali riteniamo piu' opportuna una somministrazione domiciliare, al fine di accelerare le operazioni e per non intasare gli ospedali". A fare il punto e' Claudio Cricelli, presidente della Societa' Italiana di Medicina Generale (Simg), in occasione del webinar "Salute pubblica e cure domiciliari. Il ruolo dei medici di famiglia per vincere il SARS-CoV-2". I primi due anticorpi monoclonali sono gia' stati approvati in Italia. A questi potrebbe presto aggiungersi anche Regdanvimab, l'anticorpo monoclonale sviluppato dalla coreana Celltrion Healthcare, che saranno somministrati in diversi centri in Italia nell'ambito di uno studio gia' autorizzato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). "Gli anticorpi monoclonali costituiscono l'ultima innovazione in tema di lotta al Covid-19 - conclude Marcello Tavio - presidente Societa' Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) -. Gli anticorpi monoclonali non possono riportare indietro la malattia superata una certa fase". Tuttavia, se si e' ancora nella fase iniziale della malattia, prosegue Tavio, "l'uso di questi farmaci puo' rallentarne o bloccarne l'evoluzione. Stiamo pianificando l'uso dei monoclonali su due canali paralleli: tramite le indicazioni della Gazzetta Ufficiale, con le regioni che si stanno organizzando per renderli disponibili" e anche attraverso "la sperimentazione indetta e supervisionata dall'Aifa che riguarda i pazienti che non possono entrare nel trattamento ordinario". Intanto, per supportare i medici di famiglia, e' stato lanciato oggi un portale (vaccinazionicovid19.it) dove si possono trovare notizie, strumenti e materiali utili sui diversi aspetti della campagna vaccinale in atto contro il Covid, come corsi FAD, Linee Guida, slide e pillole informative.
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presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.