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Test rapidi, il caos dei numeri

Cronaca

Paola Baruffi

Le regioni comunicano dati disomogenei. Per più della metà il conteggio dei nuovi positivi da test antigenico rapido è fermo a zero. Confrontare i dati diventa impossibile 

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Dal 15 gennaio il bollettino quotidiano in cui si conteggiano i casi positivi al Coronavirus e il numero di tamponi fatti, riporta una colonna in più, quella dei casi risultati positivi ai test antigenici, i test rapidi che danno il risultato in meno di 30 minuti.

 

Zero positivi dai test rapidi

I tamponi antigenici processati nelle varie regioni sono decine di migliaia e il loro conteggio contribuisce ad abbassare la percentuale di positivi sul numero di tamponi fatti. Ma basta guardare gli ultimi bollettini per capire che ci sono delle anomalie. Per più di metà delle regioni il conteggio dei casi positivi rilevati dai tamponi antigenici rimane fermo a zero. Perché? Perché alcune regioni non comunicano il dato dei tamponi antigenici separatamente. Comunicano semplicemente il numero dei nuovi positivi sia che siano stati rilevati da test antigenico che da molecolare. Il Veneto nei primi tre giorni dall’aggiornamento del bollettino, ha comunicato quasi 68 mila tamponi rapidi eseguiti, ma alla colonna dei positivi ha segnato  “zero”. Il risultato non è veramente zero, ha spiegato il governatore Zaia in conferenza stampa, si tratta di un problema informatico”. 

 

La cosa non costituirebbe un problema se i dati dei due tipi di tamponi fossero confrontabili tra loro, ma così non è. La percentuale dei positivi al test molecolare è del 9,7%, per gli antigenici solo dello 0,81%.

 

I dubbi sui test rapidi

Il punto è che non tutti i tamponi rapidi sono uguali. I tamponi antigenici di ultima generazione-quelli a immunofluorescenza- sono da considerarsi affidabili quanto i tamponi molecolari, cioè i classici tamponi che abbiamo conosciuto fin dall’inizio della pandemia. Per questo motivo il Ministero della Salute ha deciso di equipararli. Chi risulta positivo a un test rapido di ulgtima generazione è considerato positivo al virus, senza bisogno di ulteriore conferma con il tampone molecolare. Il problema è che i test rapidi in circolazione sono moltissimi, non tutti di ultima generazione e non tutti affidabili allo stesso modo.

 

Nonostante sul foglietto illustrativo di questi tamponi si dichiari una sensibilità molto alta, alla prova dei fatti data da analisi di laboratorio, molti di questi risultano essere imprecisi e di non riuscire ad individuare il virus nemmeno in presenza di cariche virali molto alte.

 

Quando le regioni comunicano i dati dei positivi ai test rapidi non fanno distinzione tra quelli di ultima generazione quelli meno affidabili. Sarebbe infatti difficile risalire, laboratorio per laboratorio a quali kit siano in uso.