Le immagini del pestaggio sono comparse alcuni giorni fa sulla piattaforma e risalirebbero a dicembre: si vede un minorenne che per più di un minuto colpisce con violenti pugni un altro ragazzo. L’aggressore è stato segnalato al Tribunale per i minorenni. Il padre, anche lui pugile, dice: “Non posso che condannare, come padre, come atleta e come cittadino, il gesto di mio figlio”
Il video di un pestaggio avvenuto in Calabria è finito sulla piattaforma Telegram. I protagonisti, sia l’aggressore che la vittima, sono minorenni. Il picchiatore è un pugile sedicenne, figlio d’arte: suo padre è uno dei boxeur italiani più forti in attività. L’uomo ha condannato il gesto. Ora il ragazzo, grazie alle immagini verificate dalla polizia, è stato identificato e segnalato alla Procura dei minorenni.
Le immagini del video
Nel video, che dura più di un minuto, si vede un giovane a terra che prova a proteggersi con le braccia, mentre il suo aggressore lo prende a pugni, gli dà una testata, lo minaccia e gli sputa addosso, Poi si alza e continua a colpirlo con dei calci. Il tutto davanti ad altri ragazzi che non intervengono e anzi lo incitano a picchiare ancora. Si sente anche uno che suggerisce di usare una mattonella per colpire la vittima, che resta a terra dolorante, con la faccia insanguinata. Il pestaggio, da quanto ricostruito, risalirebbe a dicembre e sarebbe avvenuto in un edificio abbandonato. Il video è poi circolato su una chat di Telegram, con il logo “Risse italiane”.
La condanna del padre
Il padre del ragazzo è a sua volta un pugile che solo la settimana scorsa ha ricevuto un riconoscimento dal Comune per i suoi successi sportivi. “Non posso che condannare, come padre, come atleta e come cittadino, il gesto di mio figlio”, ha scritto su Facebook. Ho incontrato i genitori del ragazzo alla presenza anche di mio figlio, e ho chiesto scusa. Durante il colloquio i ragazzi, oltre a chiarirsi e stringersi la mano in segno di pace, non riferivano quello che si vede nel video. L’ho appreso, con forte rammarico, solo in queste ore. Quindi ho organizzato un ulteriore colloquio, sempre con i genitori del minore, alla presenza delle forze dell’ordine da me portate. E anche in quella occasione ho chiesto umilmente scusa, e ho invitato il ragazzo a venire in palestra gratis, a vita. Chi ha imparato a conoscermi, come uomo e come atleta sa quanto sia contrario alla violenza, in qualsiasi forma essa si presenti. Insegno ai miei allievi la non violenza, altrimenti vengono espulsi. Li cresco come figli, cercando di non far loro compiere gli stessi errori che ho commesso in gioventù. Aspettiamo che la magistratura faccia il suo corso”.
Il commento dell’avvocato
Francesco Verri, avvocato della famiglia del ragazzo picchiato, ha invece parlato del pestaggio come di “un delitto, non un errore”. Ora il legale auspica che la Procura persegua “l’aggressore e i giovani che lo incitavano a colpire anche con strumenti potenzialmente letali”.