In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Vignette Charlie Hebdo, rigettata la denuncia della città di Amatrice

Cronaca
©LaPresse

Il tribunale di Parigi ha giudicato "irricevibile" la denuncia presentata per diffamazione e offese nell'agosto 2016, in seguito alla pubblicazione da parte del giornale satirico francese di illustrazioni sul terremoto in cui erano disegnate vittime insanguinate definite come "penne al pomodoro" e "lasagne"

Condividi:

Il tribunale di Parigi ha rigettato la denuncia presentata dalla città di Amatrice contro il settimanale satirico francese Charlie Hebdo dopo il terremoto del 2016 in Italia. I giudici transalpini hanno giudicato la denuncia "irricevibile". Amatrice, uno dei comuni più duramente colpiti dal sisma, aveva denunciato per diffamazione e offese l'editore in seguito alla pubblicazione da parte del settimanale satirico di due vignette ritenute gravemente lesive e offensive.

Le vignette di Charlie Hebdo

Le vignette oggetto della denuncia della città di Amatrice erano state pubblicate da Charlie tra agosto e settembre del 2016, dopo il terremoto in Italia. Nella prima, intitolata "Sisma all'italiana", si vedevano tre vittime del terremoto definite come "penne al pomodoro", "penne gratinate" e "lasagne". Il polverone sollevato dal settimanale satirico aveva costretto a intervenire sulla vicenda anche l'ambasciatore francese a Roma, il quale aveva dovuto specificare che "il disegno di Charlie Hebdo non rappresenta in nulla la posizione della Francia". La seconda vignetta, pubblicata alcuni giorni dopo, mostrava una vittima agonizzante sotto le macerie, con la scritta "Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!".

Il processo a Parigi

Il processo per diffamazione intentato dal comune di Amatrice contro Charlie Hebdo aveva preso il via lo scorso ottobre.  Il settimanale satirico francese venne denunciato anche in Francia, nel novembre 2016, per "ingiuria" e "diffamazione". La linea difensiva del giornale, che nel 2015 era stato duramente colpito dall'attentato jihadista, si è basata sempre sulla tutela della libertà di espressione e di satira.